La vicenda risale al 25 aprile 2018, a quattro indagati viene contestata l'aggravante dell'odio razziale. Tra le persone sotto inchiesta figura un 62enne arrestato nel 2007 nell'operazione sulle cosiddette 'nuove Br'
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro antagonisti che il 25 aprile 2018, al corteo antifascista organizzato per l'anniversario della Liberazione, si scagliarono contro i rappresentanti della Brigata ebraica. Il capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili e il pm Leonardo Lesti contestano ai quattro anche l'aggravante dell'odio razziale. Tra le persone sotto inchiesta figura Claudio Latino condannato a seguito dell'operazione antiterrorismo 'Tramonto', scattata nel 2007. La Procura sta anche investigando sulle contestazioni violente alla Brigata ebraica avvenute quest'anno.
Gli antagonisti indagati
Latino, 62 anni, è stato arrestato durante l'operazione sulle cosiddette 'nuove Br' del Partito comunista politico-militare e, al termine del processo, è stato condannato a 11 anni e mezzo di reclusione. La Cassazione, però, ha stabilito che non si trattava di un'organizzazione terroristica. Per il corteo del 2018 Latino è accusato, assieme ad un altro indagato, di minacce con "finalità di odio etnico e razziale". I due, secondo quanto ricostruito dalla Procura, al passaggio dei rappresentanti della Brigata ebraica avrebbero minacciato i suoi componenti facendo uno "il gesto dello sgozzamento" e Latino "simulando la sventagliata di una mitragliatrice". Altri due indagati, invece, sempre al passaggio della Brigata ebraica avrebbero scagliato "in direzione dei suoi componenti una bottiglietta d'acqua ciascuno". Un quinto indagato, al quale non viene contestata l'aggravante dell'odio razziale, è accusato di resistenza a pubblico ufficiale perché, partecipando al presidio Fronte Palestina, avrebbe colpito con una canna da pesca, utilizzata come portabandiera, un agente.