Nel 2017 fu portata in Siria dal padre: bimba riabbraccia la madre in tribunale a Milano

Lombardia
Il tribunale di Milano (ANSA)

Il rapimento era riuscito grazie alla complicità di un amico. La piccola era stata portata vicino a Damasco, dove vivevano i familiari del padre

Una donna di origine ecuadoriana dopo oltre due anni è riuscita a riabbracciare la figlia, portata in Siria il 4 agosto 2017 dal padre quando la piccola aveva nove anni. Oggi le due si sono potute incontrare in tribunale a Milano dopo una complessa operazione dello Scip della Polizia e della Squadra mobile, coordinata dal pm Cristian Barilli. Il padre, un siriano di 42 anni, l'aveva sottratta alla madre con la scusa di portare la bambina in un parco divertimenti. Poi, nel corso degli ultimi due anni, per almeno due volte aveva promesso di rientrare con la piccola e non l'aveva fatto. Seguito passo passo dagli agenti, oggi è arrivato con lei fino in tribunale. La bambina resterà con la madre.

La vicenda

Il rapimento era riuscito grazie alla complicità di un amico e la bimba era stata portata in Siria, non lontano da Damasco, dove vivevano i familiari del padre. A meno di un mese dal rapimento la donna era andata fino in Giordania per cercare di convincere l'uomo a tornare indietro con la piccola, ma lui era scappato di nuovo con la figlia. Il 42enne, difeso dall'avvocato Francesco Salaroli, ha infine accettato di partire ieri da Damasco con la bambina e, passando per Beirut e Francoforte, è arrivato stamani all'aeroporto di Malpensa e poi in tribunale nell'aula della nona sezione penale (giudice Marco Di Mauro) dove si teneva l'udienza del processo nel quale è accusato di sottrazione internazionale di minore.

L'operazione

Un esperto per la sicurezza in Libano, e poi i poliziotti dello Scip, hanno seguito passo passo tutte le fasi del rientro dell'uomo e della bambina. Quest'ultima stamattina nei corridoi del piano terra del tribunale milanese ha potuto, tra le lacrime, riabbracciare sua mamma, rappresentata dall'avvocato Silva Belloni. Fondamentali sono stati anche i contatti tra la Procura e il difensore dell'imputato per il quale ora, come stabilito dal giudice, verrà attivato un programma per la messa alla prova.

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