Il fatto è accaduto ieri sera in via Don Milani 17: la vittima, Donato Carbone, aveva 63 anni. L'uomo è stato sorpreso mentre stava aprendo il proprio box ed è stato raggiunto da dieci proiettili. Le indagini si concentrano su un'auto di piccola cilindrata
Stava salendo sulla propria auto dal lato del guidatore, all'interno del piano interrato dei box del condominio dove viveva da tempo, ed è stato ucciso da dieci colpi di pistola. Il fatto è accaduto ieri nel Milanese, a Cernusco sul Naviglio in via Don Milani 17: la vittima, Donato Carbone, aveva 63 anni, era originario di Taranto ma viveva da anni in Lombardia. Era titolare di una una ditta di ristrutturazioni che negli ultimi tempi aveva chiuso.
Il ritrovamento del cadavere
Il cadavere è stato scoperto attorno alle 19 da un residente che era sceso per recuperare la propria auto ed è stato lui a chiamare i carabinieri. Inutile l'intervento dell'ambulanza. Secondo una prima ricostruzione, Carbone sarebbe sceso dall'auto per aprire il proprio box e il killer lo avrebbe sorpreso in quel momento, sparandogli mentre tentava di risalire a bordo. Sul luogo dell'omicidio sono stati rinvenuti undici bossoli: i colpi sono stati esplosi a distanza ravvicinata e dieci di questi hanno colpito la vittima all'altezza del braccio. Uno soltanto, che si ritiene possa essere il colpo fatale, lo ha centrato al collo. La modalità con cui il 63enne è stato assassinato sembra più comune in omicidi di impeto che in regolamenti di conti nel mondo della criminalità organizzata.
Indagini su un’auto di piccola cilindrata
Punto di partenza delle indagini dei carabinieri è un'auto di piccola cilindrata di colore scuro, vista da alcuni testimoni allontanarsi dalla zona poco dopo il momento in cui si sarebbe verificato l'omicidio. Tuttavia, data la poca luce, i militari stanno conducendo verifiche più approfondite riguardo al colore della vettura. Al piano dei box non ci sarebbe un sistema di sorveglianza ed è possibile che l'assassino lo sapesse, scegliendo di proposito quel punto.
Accertamenti sul passato della vittima
A quanto pare, Carbone aveva chiuso la propria ditta a causa di una malattia. Non aveva particolari debiti né contenziosi aperti. Anche la sua fedina penale non fornisce una traccia precisa, poiché l'unica ombra era un precedente di polizia di poco rilievo risalente a 40 anni fa. Durante la notte, i carabinieri del nucleo investigativo diretti da Michele Miulli, hanno perquisito l'appartamento nel quale viveva con la moglie - che in quel momento era via con amici - ma non sarebbero stati trovati elementi di particolare interesse.