Morti in corsia a Saronno: domiciliari dopo tre anni per Cazzaniga
LombardiaLa Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio ha accolto la richiesta dell’avvocato dell’ex medico a processo per dodici morti sospette in corsia e tre nella famiglia dell'ex amante e infermiera Laura Taroni, condannata in secondo grado a 30 anni di carcere
La Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio, in provincia di Varese, ha accolto la richiesta di custodia cautelare ai domiciliari per Leonardo Cazzaniga, ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno, a processo per dodici morti sospette in corsia, e di tre familiari dell’ex amante, l’infermiera Laura Taroni, condannata in appello a 30 anni di reclusione.
Cazzaniga, dopo tre anni di carcere, andrà a casa dei genitori con il braccialetto elettronico.
I motivi della decisione
Sospeso dall'Ordine dei Medici dopo il suo arresto, Cazzaniga non può più esercitare e, per questa ragione, non avrebbe alcun modo di interagire con alcun paziente. Questa la tesi sostenuta dai suoi difensori per chiedere che dal carcere possa continuare la custodia cautelare ai domiciliari, accolta dalla Corte D'Assise del Tribunale di Busto Arsizio (Varese). L'avvocato Ennio Buffoli e il collega Andrea Pezzangora hanno inoltre evidenziato come Cazzaniga si sia comportato sempre correttamente durante la sua detenzione. Ora, fino alla fine del processo che riprenderà il 21 ottobre, starà a casa con i genitori, nel milanese.
Dosi letali di farmaci ai pazienti
Cazzaniga e Taroni furono arrestati il 20 novembre 2016. Il medico anestesista avrebbe somministrato alle vittime dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione. Cazzaniga era solito riferirsi a un suo particolare protocollo nella cura dei malati terminali: "Faccio l'angelo della morte - si vantava il medico apertamente in corsia, dicendo anche - faccio il mio protocollo".
Gli omicidi, secondo le indagini, sarebbero avvenuti tra il febbraio 2012 e l'aprile 2013.
L’infermiera è accusata dell’omicidio del marito e della madre
Laura Taroni è stata ritenuta responsabile dell'omicidio di suo marito, Massimo Guerra, morto nel giugno 2013 avvelenato da farmaci per il diabete, e del delitto della propria madre, Maria Rita Clerici, nel gennaio 2014. Per lei è stata confermata la condanna in abbreviato a 30 anni di reclusione.
La Corte d'Assise d'Appello di Milano ha anche confermato le condanne, fino a 1 anno e 4 mesi di carcere, per due medici e per due dirigenti dell'ospedale, accusati a vario titolo di favoreggiamento, omessa denuncia e falso ideologico.