Gallarate, sindaco scrive in un post "via a calcioni" ma il tunisino era la vittima

Lombardia
Lo screenshot del post del sindaco di Gallarate

Ha commentato la notizia di una vettura incendiata, ma a compiere il gesto era stato un italiano di 60 anni con problemi psichici. Il primo cittadino ha ammesso l'errore sui social: "Ho sbagliato, è vero"

Ha commentato la notizia di un incendio doloso augurandosi che un tunisino fosse "riaccompagnato a calcioni nel sedere nel suo paese d'origine" dopo aver appiccato il rogo, ma l'uomo in realtà era la vittima. L'autore del post su Facebook è il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, il quale ha ammesso di aver sbagliato quando ha scoperto che il tunisino, proprietario dell'auto bruciata, non ha appiccato l'incendio. A compiere il gesto è stato - come racconta il quotidiano La Prealpina - un italiano di 60 anni con problemi psichici.

Post rimosso dopo pochi minuti

Il post dal titolo 'tunisino dà fuoco ad auto per passare il tempo' è stato rimosso dopo pochi minuti ma è stato fotografato e pubblicato da esponenti del Pd locale che hanno ironizzato: "I giornali scrivono di un sessantenne che dà fuoco all'auto di un tunisino e lui che fa? Trasforma la vittima in carnefice. Per Cassani è difficile leggere mentre il suo nutrito ufficio stampa è in vacanza".

Il sindaco ha ammesso l'errore

Cassani ha ammesso l'errore sul suo profilo privato, poi ha attaccato le forze di opposizione: "Ho riconosciuto che ho letto male una notizia e dopo aver scritto un post sbagliato l'ho rimosso in 6 minuti", ha scritto il primo cittadino. Poi si è scagliato contro le "opposizioni ferragostane" che "non vedevano l'ora di potermi attaccare... haters di professione idem... ma il clou lo raggiunge la carta stracciata che delle notizia false ci campa. Se i detrattori si scagliano su di me per un commento (errato) ad una notizia significa che dal punto amministrativo in tre anni non avete trovato nulla da contestare con tanta enfasi". Non è la prima volta che il sindaco leghista finisce al centro delle polemiche: a settembre del 2016, all'indomani della legge sulle unioni civili, si era rifiutato di celebrare un'unione tra due giovani omosessuali che glielo avevano chiesto.

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