Caso Ruby, Imane Fadil ancora senza sepoltura: manca nulla osta

Lombardia
Imane Fadil (ANSA)

La modella è deceduta il primo marzo all'Humanitas di Rozzano (Milano). Il pool di medici legali non ha ancora consegnato la relazione finale degli esami autoptici 

A quasi 5 mesi dal decesso, avvenuto il primo marzo all'Humanitas di Rozzano (Milano), i familiari di Imane Fadil, una delle testimoni ‘chiave’ del caso Ruby, sono ancora in attesa di darle sepoltura. Manca, infatti, il nulla osta alla restituzione della salma, così come non è ancora avvenuto il deposito della relazione finale del pool di medici legali dopo i complessi accertamenti autoptici.

Proroga scaduta il 26 giugno

Dalle ultime indiscrezioni uscite nelle scorse settimane riguardanti gli esami autoptici, iniziati il 26 marzo, sembrerebbe essere stato escluso l’avvelenamento doloso e avrebbe preso sempre più piede l’ipotesi di una morte per cause naturali. In seguito, il 10 luglio, in procura avevano subito chiarito che gli esiti finali dell’autopsia non erano ancora stati consegnati ai magistrati e che il pool di medici legali, guidato da Cristina Cattaneo, era ancora al lavoro per chiarire "punti controversi". L'ultima proroga concessa ai consulenti dai pm è scaduta lo scorso 26 giugno e ancora oggi, dopo quasi un mese, si è in attesa del deposito della relazione.

Valutata ogni ipotesi

Era stato nominato, tra l'altro, anche un altro esperto, Francesco Scaglione, professore di Farmacologia e tossicologo, per le analisi sull'alta percentuale di metalli trovata nel sangue. Il quesito, a cui gli esperti sono stati chiamati a rispondere dalla procura, prendeva in considerazione ogni aspetto, dall'avvelenamento per intossicazione da metalli fino alla morte per malattia (si è ipotizzata una forma rarissima di aplasia midollare). Gli accertamenti sul cadavere della giovane erano iniziati solo dopo che esami più approfonditi avevano escluso la presenza di radioattività negli organi della modella, radiazioni che erano state, invece, rilevate in analisi sulle urine e sul sangue.
La famiglia, insieme ai legali Mirko Mazzali e Nicola Quatrano, resta dunque ancora in attesa di conoscere le cause della morte della modella e di darle una sepoltura.

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