Milano, bus incendiato: per il Pm Sy voleva fare una strage sulla pista di Linate
LombardiaGli investigatori durante le indagini hanno recuperato il video 'proclama' di Sy, della durata di 37 minuti, ma i magistrati ritengono che il documento non sia pubblicabile per rischi di "emulazione e odio"
Secondo gli inquirenti, Ousseynou Sy voleva fare una strage sulla pista dell'aeroporto di Linate. Questa la convinzione maturata dagli inquirenti dopo due mesi di indagini sull'autista che il 20 marzo scorso ha tenuto in ostaggio 50 bambini, due insegnanti e una bidella e poi ha dato fuoco al bus a San Donato Milanese.
Il legale di Sy: "Non aveva intenzione di fare del male"
Nell'interrogatorio, che si è svolto ieri pomeriggio nel carcere di San Vittore, "Sy ha continuato a collaborare con gli inquirenti, ribadendo i motivi che l'hanno mosso ad agire e anche il dispiacere per la situazione che ha causato. Ha provato a spiegare ancora una volta che la situazione gli è sfuggita di mano e che non aveva alcuna intenzione di fare del male a nessuno". Lo ha detto all'ANSA Richard Ostiante, il legale di Ousseynou Sy. "Aspetto che la Procura proceda - ha continuato l'avvocato - per potere organizzare al meglio la difesa del mio assistito".
Il video ritrovato
L'uomo aveva "l'intento di condizionare i pubblici poteri in relazione alle politiche in materia di accoglimento degli stranieri, di intimidire la popolazione" viene riportato dai magistrati nel capo di imputazione. Gli investigatori durante le indagini hanno recuperato il video 'proclama', della durata di 37 minuti, ma i magistrati ritengono che il documento "non sia pubblicabile per ragioni di buon senso, perché si rischiano segnali di emulazione o all'opposto anche di odio verso gli africani e quindi la diffusione è inopportuna e inutile".
Sy accusato anche di lesioni
L'uomo deve rispondere anche dell'accusa di lesioni a 17 bambini, non solo per le ferite, ma anche per i traumi da "stress" e psichici da "violenza emotiva". Oltre a questo, Sy è accusato di strage aggravata da finalità terroristiche, reato punito con pena fino all'ergastolo, sequestro di persona, incendio e resistenza. I Pm Alberto Nobili e Luca Poniz sono pronti a chiedere il processo immediato e ritengono che l'autista fosse perfettamente capace di intendere e di volere e che il suo è stato un gesto premeditato e studiato.
La cittadinanza a Ramy e Adam
Il Comune di Crema sarà parte civile nel processo. Lo farà, come spiegato dalla sindaca, Stefania Bonaldi, per "sostenere le famiglie" e "perché rappresentiamo una comunità". Riguardo alla proposta di concessione della cittadinanza a Ramy Shehata e Adam El Hamami, i due ragazzi che furono determinanti nell'evitare la strage, Bonaldi ha spiegato che "era stato preso un impegno ed era necessario chiudere il cerchio, anche per ragioni educative". La sindaca di Crema è tornata però a sottolineare come, quel drammatico giorno, la risposta della scolaresca fu "corale" e ognuno "ha dato il suo contributo, dimostrando di essere una squadra".
Il sequestro del 20 marzo
Secondo la Procura Sy ha privato della libertà personale i ragazzini a bordo del bus costringendoli "a seguirlo verso la destinazione da lui prefissata, ossia l'aeroporto di Linate, ove sarebbe stata compiuta una invasione della pista dello scalo". Il tutto, dopo avere attivato il pannello luminoso con la scritta 'Fuori servizio', e dietro la minaccia "di un'arma da fuoco (di natura che non si è potuta accertare) e un coltello della lunghezza complessiva di 23,5 centimetri di cui 13 centimetri di lama e poi versando sul pavimento dell'autobus e su alcuni stracci presenti sul mezzo, il contenuto di due taniche di gasolio". L'accusa principale per Sy resta la strage aggravata dalle finalità terroristiche, reato punito con pena fino all'ergastolo.
La corsa verso l'aeroporto
Gli inquirenti hanno contestato a Sy anche la resistenza con "violenza e minaccia" per avere speronato un'auto dei carabinieri e per aver mostrato il coltello agli otto militari che, a bordo delle vetture di servizio, stavano cercando di bloccare la sua corsa verso l'aeroporto di Linate. Per i Pm il 47enne senegalese è anche responsabile per le lesioni riportate dai sette carabinieri intervenuti per salvare i ragazzini e per spegnere le fiamme a bordo del bus. I militari sono rimasti intossicati dal fumo dell'incendio e alcuni hanno riportato ferite e traumi giudicate guaribili in 25 giorni.