Milano, corruzione: otto arresti tra Lombardia e Calabria. Fermato anche un carabiniere
LombardiaIl militare è accusato di aver sottratto una carta di identità dalla caserma di Sesto San Giovanni per darla a un truffatore reggino e di aver favorito, in cambio di denaro, uno spacciatore
Otto persone sono state arrestate, tra la provincia di Milano e quella di Reggio Calabria, perché accusate a vario titolo di peculato, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, accesso abusivo a sistemi informatici e telematici, rivelazione di segreto d'ufficio, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ricettazione, favoreggiamento personale, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Tra gli arrestati c'è anche un carabiniere arrestato nel 2017 con mezzo chilo di eroina.
Le indagini
È partita nel 2017 dall'arresto di un appuntato dell'Arma dei carabinieri l'indagine che ha portato all'arresto di cinque cittadini tunisini, della ex fidanzata del militare (con passaporto tunisino e italiano), accusati di spaccio, e di un pluripregiudicato calabrese accusato di tentata truffa. Ad effettuare l'operazione, scattata nella mattina di mercoledì 22 maggio, sono stati i carabinieri di Monza che hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Monza.
Le accuse al carabiniere
Il militare è accusato di aver sottratto una carta di identità dalla caserma di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, dove prestava servizio, per darla a un truffatore reggino che, con quel documento, voleva accendere il finanziamento per l'acquisto di un'auto, denunciarne il furto e incassare il premio assicurativo, dopo averla venduta all'estero. I carabinieri hanno anche scoperto diversi accessi illeciti da parte del graduato alle banche dati delle forze dell'ordine, oltre a episodi di corruzione e detenzione illegale di droga.
L'arresto del militare
In particolare, in cambio della promessa di 600 euro in contanti, l'uomo avrebbe aiutato due cittadini tunisini a lasciare l'hotspot di Lampedusa (Agrigento) dove erano bloccati, fornendo loro false denunce di smarrimento di documenti di identità, a nome di due cittadini rumeni. Il carabiniere e i due tunisini sarebbero entrati in contatto attraverso uno spacciatore tunisino residente nel palazzo dove vive la fidanzata del militare (ormai in congedo) che, invece di denunciare il pusher, avrebbe ricevuto denaro derivante da alcune vendite di droga, per averlo avvertito che i condomini sapevano della sua attività illecita. Quando i colleghi monzesi sono andati a casa del carabiniere per arrestarlo, lo hanno trovato con 500 grammi di eroina. Durante le perquisizioni di oggi, i militari hanno sequestrato alcune dosi di cocaina e oltre 12 mila euro in contanti.