Saipem, Gup: società a processo su caso profit warning

Lombardia

Lo ha deciso il Gup di Milano, Giusy Barbara, che ha prosciolto per prescrizione la partecipata di Eni da un'imputazione relativa al 2012 e l'ha mandata a processo per i fatti del 2013

Saipem è stata rinviata a giudizio in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nell'inchiesta sulla maxi-vendita del 2,3% del suo capitale prima del "profit warning" del 2013. Lo ha deciso il Gup di Milano, Giusy Barbara, che ha prosciolto per prescrizione la partecipata di Eni da un'imputazione relativa al 2012 e l'ha mandata a processo per i fatti del 2013. A processo anche l'ex vice presidente e l'ex ad Pietro Tali e altri tre, accusati a vario titolo di aggiotaggio e false comunicazioni sociali. 

I fatti del 2013

Saipem è quindi stata mandata a giudizio, in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti, con riferimento all'aggiotaggio contestato per il 2013 (per un comunicato stampa dello stesso anno), relativo al bilancio del 2012 approvato nel 2013. Per questa tranche dell'inchiesta, coordinata dal pm di Milano Giordano Baggio, sono stati rinviati a giudizio anche l'ex ad Umberto Vergine e l'allora dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari Stefano Goberti.

Inizio del processo

Il processo inizierà il prossimo 23 maggio davanti alla seconda sezione penale del Tribunale milanese. I legali di Saipem, i professori Paola Severino ed Angelo Giarda, nella scorsa udienza avevano sollevato una serie di questioni giuridiche tra cui, appunto, la prescrizione per la società in relazione al reato contestato a Tali e Varone e che risale al 24 ottobre 2012. Per questa parte delle imputazioni la società è stata prosciolta.

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