Sono ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata all'occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica e alla resistenza a pubblico ufficiale
Colpo al racket delle occupazioni abusive a Milano. In zona Giambellino, i carabinieri stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di nove persone, sette italiani, un colombiano e un peruviano, appartenenti all'area antagonista milanese. Sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata all'occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica e di resistenza a pubblico ufficiale. Iniziata nell'ottobre del 2016, l'indagine ha dimostrato l'esistenza di un gruppo che agevolava l'occupazione abusiva degli immobili in cambio di soldi.
Ai domiciliari anche uno studente di filosofia
"In questa casa c'è tanta polvere, sporco e tanti libri. Non troverete altro". Queste le parole di uno dei destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Si tratta di uno studente dell'università Statale di Milano, già laureato con una triennale in filosofia con 110 e lode e una residenza ufficiale in pieno centro. Nel 2014 il giovane era già stato arrestato per resistenza in occasione dello sgombero del centro sociale "Base di solidarietà popolare", in via Manzano 4, poco distante dall'appartamento in cui viveva.
Il legale degli antagonisti
"Preciso di essere stato avvisato dell'esecuzione di alcuni provvedimenti ben dopo la pubblicazione della notizia. Ecco. Che dire. Il problema dunque non è solo Salvini". Così l'avvocato Eugenio Losco, legale di alcuni antagonisti milanesi, sul suo profilo Facebook commenta il blitz facendo riferimento anche alla polemica dei giorni scorsi tra il ministro degli Interni, Matteo Salvini, e il procuratore di Torino Armando Spataro su una presunta fuga di notizie da parte del primo su un'operazione contro la mafia nigeriana.
"Il problema dell'informazione giudiziaria - spiega l'avvocato - è ben più ampio e non può essere liquidato con battute relative all'incompetenza di un ministro". Il legale segnala "addirittura" che sui media, oltre ad "una dettagliata ricostruzione della vicenda", è "pubblicato persino l'audio di una intercettazione telefonica". "Ovviamente - aggiunge - al sottoscritto al momento non è stato notificato nulla. Come è possibile tutto ciò? Chi fornisce queste informazioni?".
Il Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio
"Iniziano già i primi articoli di giornale. Ci accostano al racket. Sono semplicemente ridicoli. Chiunque abbia un po' di sale in zucca conosce la differenza fra lottare ed essere un racket". Questo il primo commento pubblicato sulla pagina Facebook del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio. "Noi non abbiamo mai preso soldi per nulla, perché noi non siamo una cricca di mafiosi, ma un comitato di solidarietà! E la differenza fra queste due cose è abissale. Rispediamo quindi al mittente con una grassa risata questa infame accusa. Ritentate, sarete più fortunati!". La maggior parte delle persone coinvolte ha precedenti legati ad attività di contestazione, tra cui iniziative No Tav e movimenti per le case.
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