Gianfranco Zani si è difeso davanti al Gip di Cremona, che ha però convalidato il fermo. L’uomo è accusato di aver incendiato la casa familiare di Sabbioneta provocando la morte del figlio
"Non sono entrato in casa e non ho appiccato il fuoco". Si è difeso così davanti al Gip di Cremona, Gianfranco Zani, il 53enne accusato di aver incendiato per vendetta contro la moglie la casa familiare di Sabbioneta, nel Mantovano. Nell’incendio è morto il figlio undicenne. Lo ha riferito il suo avvocato Fabrizio Vappina al termine dell'interrogatorio di stamani da parte del Gip per la convalida dell'arresto. Con queste dichiarazioni l’uomo, in pratica, ha confermato quanto detto agli agenti della Polstrada, che lo avevano arrestato subito dopo l'accaduto.
Le parole del legale
"Il mio cliente - ha detto il legale - ha confermato quanto da sempre sostenuto, in un interrogatorio, che tra formalità e verbalizzazione, è durato 45 minuti. Bisogna tenere conto - ha puntualizzato - che l'interrogatorio è avvenuto nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Cremona dove il mio cliente si trova da qualche giorno. Il contenuto dell'interrogatorio, quindi, era scontato". Il Gip si è riservato di comunicare la convalida o meno dell'arresto al più presto: "Contiamo di avere il provvedimento nel pomeriggio o al più tardi domani" ha concluso il legale.
La decisione dei giudici
Il Giudice per le Indagini Preliminari di Cremona ha convalidato, nel pomeriggio di lunedì 26 novembre, l'arresto di Zani,. L'uomo resta, però, ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Cremona dove si trova da qualche giorno. Il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere non appena le sue condizioni lo consentiranno. L'uomo è accusato di incendio doloso e omicidio volontario.