Milano, cocaina dal Costa Rica all’Italia in cassette di ananas: 29 arresti

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)
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Per mascherare il traffico di droga, i narcos italiani si servivano della società “Tierra nuestra latina”, che ha la sua sede a Barcellona e gestiva le coltivazioni di ananas in Sudamerica

Sfruttavano i container che trasportavano le cassette di ananas dal Costa Rica in Italia per far arrivare carichi di cocaina nel nostro Paese. È quanto emerso dall’indagine “Miracolo”, che si è conclusa martedì 2 ottobre con l’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 29 persone tra Milano, Pavia e Barcellona. Per mascherare il traffico di droga, i narcos italiani si servivano della società “Tierra Nuestra Latina”, che ha la sua sede a Barcellona e gestiva le coltivazioni di ananas in Costa Rica, da dove partivano i container carichi di frutta che rifornivano i mercati di Livorno e Milano.

Tra gli ananas, da quanto emerso dall’attività investigativa, una volta ogni tre mesi veniva inserita una partita di droga colombiana. Grazie alle intercettazioni, sono stati ricostruiti due carichi da oltre 100 chili, risalenti al 10 ottobre e al 7 dicembre del 2017. Altri due sono stati seguiti in diretta. Gli agenti della squadra mobile di Milano hanno sequestrato a Livorno, il 27 e 28 marzo di quest’anno, rispettivamente 101 e 114 chili di cocaina, che, immessi sul mercato, avrebbero fruttato all’organizzazione quasi 25 milioni di euro.

Titolari della società di importazione erano Marco Cademartori e Salvatore Ponzo, che a quanto si legge nel provvedimento, “sarebbero già stati segnalati dalle forze dell’ordine di Madrid perché coinvolti in un’articolata organizzazione criminale dedita al traffico di cocaina dal Sudamerica all’Europa”. A garantire le operazioni di sdoganamento era, invece, Emilio Parziale, procuratore speciale della Ge. Tra srl, il quale collaborava per la gestione delle tempistiche di arrivo delle navi, per l’organizzazione della logistica dell’uscita dei container e il successivo trasporto.

L'indagine

L’indagine della Mobile è iniziata monitorando la piazza di spaccio di Bonola, a Milano, all’inizio dell’estate dello scorso anno e, attraverso una minuziosa attività investigativa, ha condotto ad identificare gli importatori. Per farlo gli agenti hanno effettuato una serie di arresti che hanno costretto i pusher a sospendere la vendita al dettaglio per circa due mesi, spaccio che è poi ripreso offrendo due dosi al posto di una. La svolta è arrivata con il sequestro della cocaina a Livorno. Nonostante, il carico fosse stato nascosto così bene tra le cassette di frutta, tanto che neppure lo scanner riusciva a visualizzarlo, gli agenti sono riusciti a trovarlo ma non ne hanno dato notizia alla stampa. Questo ha scatenato una serie di sospetti nell’organizzazione ed è iniziata una vera e propria caccia al 'traditore', che avrebbe tenuto per sé la partita di droga. Salvatore Ponzo ha cercato di tranquillizzare i colombiani dell’estraneità degli italiani ma la sua versione non è stata convincente e, a maggio, è stato ucciso da due sicari all’uscita dell’ambasciata italiana in Costa Rica.

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