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Stasera si assegna lo Strega: i finalisti ci raccontano il loro libro in 30 secondi

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Filippo Maria Battaglia

Per la prima volta i finalisti del più importante premio letterario italiano sono sei. A loro abbiamo chiesto di spiegarci l'essenza del romanzo in mezzo minuto. Ecco cosa ci hanno risposto

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Sei finalisti (tutti con le mascherine), una sola donna e una buona dose di autobiografia. A volerle ridurre all'osso, sono queste le cose che saltano subito all'occhio della finale dello Strega di quest'anno (qui la gallery sui libri).

Per la prima volta una sestina

Il vincitore del più importante premio letterario nostrano sarà proclamato la sera di giovedì 2 luglio. Per la prima volta i finalisti sono sei: visto che nessuno dei cinque libri più votati è edito da un piccolo o medio editore, entra in finale anche "Febbre" di Jonathan Bazzi (Fandango), che nella semifinale si è classificato settimo, dietro alla "Città sommersa" di Marta Barone. A proposito di scrittrici: l'unica rimasta in corsa nella cinquina è Valeria Parrella (tra i dodici semifinalisti erano tre). La finale sarà come sempre al Ninfeo di Villa Giulia, l'affluenza, però, sarà  molto contingentata: ci saranno le mascherine, il liquore dal quale il premio ha preso il nome, ma non i consueti  baci e abbracci.

Un romanzo in 30 secondi

 

A ridosso della finale, abbiamo chiesto ai sei candidati di raccontarci in trenta secondi il loro libro. Con un'avvertenza, decisiva: quello che sentirete dalla loro voce non è il contenuto del romanzo, ma la sua essenza. Ecco cosa ci hanno risposto.

"Il colibrì" di Sandro Veronesi

Guida la sestina con 210 voti Sandro Veronesi: il suo "Colibrì" edito dalla Nave di Teseo è il soprannome dato al protagonista del romanzo, Marco Carrera, "quello che - racconta lo stesso Veronesi - chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati perché qualcuno deve pur farlo; e poi, così come sono scappati, i buoi possono sempre ritornare, e sarebbe bene che trovassero la stalla a posto". In caso di vittoria, Veronesi farebbe il bis (ha già vinto lo Strega con "Caos calmo"), ma non sarebbe una novità: è già capitato a Paolo Volponi di vincere due volte il premio, nel 1965 e nel 1991.

 

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"La misura del tempo" di Gianrico Carofiglio

Dietro a Veronesi ci sono due autori, entrambi dell'Einaudi, con 199 voti ciascuno. Gianrico Carofiglio firma "La misura del tempo", un romanzo - spiega - "che in realtà ne contiene due: uno si svolge al presente e l'altro nel passato remoto del protagonista, Guido Guerrieri". Per Carofiglio non non si tratta di un debutto: nel 2012, con "Il silenzio dell'onda", era stato già nella cinquina finale.

 

"Almarina" di Valeria Parrella

Anche Valeria Parrella ha ottenuto 199 voti e anche lei è già stata finalista del premio (nel 2005, con la raccolta di racconti "Per grazia ricevuta", Minimum fax). Stavolta ci prova con "Almarina", edito da Einaudi: "L'ho scritto - spiega - perché volevo indagare quanto sia possibile per una persona adulta cambiare veramente".

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"Ragazzo italiano" di Gian Arturo Ferrari

"Grandi speranze e, insieme, la fiducia nel futuro e la fiducia nelle proprie capacità, sia a livello individuale sia a livello collettivo". Così Gian Arturo Ferrari presenta "Ragazzo italiano" (Feltrinelli), entrato nella cinquina con 181 voti. A capo per anni dei libri Mondadori, un lungo passato nell'editoria, Ferrari è al suo debutto come scrittore.

"Tutto chiede salvezza" di Daniele Mencarelli

In cinquina c'è anche il vincitore del premio Strega Giovani, Daniele Mencarelli. "Tutto chiede salvezza" (Mondadori), spiega, "riflette su quella che è la natura dell'uomo, su quanto oggi la natura dell'uomo sia messa in discussione". Ha ottenuto 168 voti e racconta la storia di un ventenne che, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio. 

"Febbre" di Jonathan Bazzi

 

Chiude la sestina con 137 voti "Febbre" di Jonathan Bazzi, edito da Fandango. "E' un romanzo - racconta - che usa del materiale autobiografico e con il quale ho cercato di appropriarmi della mia origine, e cioè del fatto di essere nato e cresciuto un posto di cui a lungo mi sono vergognato, e di una scoperta avvenuta nel 2016: la mia sieropositività".