I CONSIGLI DI LETTURA Arriva per Marsilio una storia del genere a firma di uno dei principali esperti italiani. Che a Sky TG24 dice: "I lettori dei noir sono i più critici e i più sinceri: arrivano persino ad aspettarti sotto casa per dirti cosa pensano del tuo libro"
"È territoriale, perché racconta tutta l'Italia, città per città; ed è sociale, perché è in grado di restituirci mirabilmente l'evoluzione del Paese". A volerle sintetizzare, sono queste le due caratteristiche del giallo italiano, almeno secondo quanto dice Luca Crovi, tra i maggiori esperti della letteratura di genere nostrana. Un'accoppiata - racconta durante la rubrica dei "Consigli di lettura" di Sky Tg24 (qui le puntate precedenti) - che si unisce spesso a un altro requisito, in molti casi decisivo: "Da noi il giallo ha avuto successo quando ha fatto ricerca e sperimentazione linguistica: ogni volta che un grande autore ha usato la scatola del giallo ha finito così col reinventare se stesso".
"L'ironia aiuta a raccontare la realtà in modo consapevole"
Da qualche settimana, Crovi è tornato in libreria con una "Storia del giallo in Italia" pubblicata da Marsilio (pp. 508, euro 19). Una storia ricca di fraintendimenti, di abbagli e di genialità inattese, in cui l'ironia ha svolto un ruolo importante: "Sdrammatizza la realtà e, al contempo, la racconta in modo consapevole. Pensate alle canzoni sulla mala milanese scritte da Gaber e Jannacci. Sono storie terribili, ma fanno anche sorridere. Ecco, i noiristi hanno applicato lo stesso modello per mantenere uno sguardo disincantato sulla realtà. Se fossero stati solo drammatici non sarebbero riusciti a essere così lucidi e così credibili".
"I lettori del noir sono i più critici e diretti"
Crovi racconta come la storia della letteratura di genere sia innanzitutto una storia di grandi nomi: da Augusto De Angelis a Leonardo Sciascia ("diceva che il noir è una sorta di gabbia entro la quale si possono dire tantissime cose, compresa la radiografia del mondo moderno”); da Carlo Emilio Gadda a Giorgio Scerbanenco ("fu in grado di portare una lingua diretta, secca, la stessa di un altro grande nome Buzzati"); da Umberto Eco a Piero Chiara. E poi ancora Fruttero & Lucentini, Giorgio Faletti, fino ad Antonio Manzini e ad Andrea Vitali.
Con un'avvertenza, decisiva: "Il giallo è una letteratura che non può essere inventata dal nulla e che può diventare scomoda. Attenzione quindi a ritenere che scriverne sia un lavoro facile: è ostico, a tratti sfibrante, spesso bisogna sottrarsi e sopratuttto bisogna farlo in libertà, senza seguire il modello seriale".
Solo così, conclude Crovi, si riesce a raggiungere l'apprezzamento di un pubblico tra i più esigenti: "I lettori dei noir sono i più critici, i più diretti e i più sinceri: arrivano persino ad aspettarti sotto casa per dirti cosa pensano del tuo libro".