
Dandy, patriota, visionario: la vita di George Orwell diventa un fumetto
IL LIBRO DELLA SETTIMANA Studente a Eaton e poliziotto in Birmania, combattente nella guerra civile spagnola e giardiniere: la storia di George Orwell è densa e appassionante, non solo per i suoi lettori. Christin Verdier ha deciso di raccontarla, firmando un'edizione pubblicata in Italia da Ippocampo.
Gallery e video a cura di Filippo Maria Battaglia

Ha studiato a Eton e ha fatto il poliziotto in Birmania, ha combattuto nella guerra civile spagnola, ha lavorato alla radio e ha scritto autentici capolavori della letteratura contemporanea: George Orwell è stata una delle figure chiave della cultura del Novecento europeo. A lui Christin Verdier ha dedicato un racconto per immagini intitolato semplicemente Orwell e pubblicato di recente da Ippocampo
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Il racconto di Pierre Christin racconta la vita di Orwell senza seguire il solito sentiero didattico. Ed è corredato da tavole di artisti del calibro di Juanjo Guarnido e Enki Bilal
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La chiave è in gran parte aneddotica: questo che state leggendo è solo uno degli episodi scelti da Verdier per tracciare il profilo dell'autore della "Fattoria degli animali" e di "1984". In "Shooting an Elephant", Orwell racconta un'esperienza vissuta in prima persona. Mentre lavora come poliziotto in Birmania, è chiamato suo malgrado a uccidere un elefante. Quella storia diventa una metafora dell'imperalismo britannico: "Quando l'uomo bianco si trasforma in tiranno - scrive - è la propria libertà che distrugge"
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Di estrazione “alto-basso medio-borghese”, come ama spesso definirsi, Orwell studia a Eton grazie a una borsa di studio. E’ lì che svilupperà una radicale avversione allo snobismo intellettuale che si porterà dietro in gran parte delle sue opere
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I suoi capolavori sono “La fattoria degli animali” e “1984”, ma altri romanzi restano ancora oggi godibili e attuali. “Una boccata d’aria fresca”, per esempio, è una rievocazione nostalgica dei valori (eterni) della civiltà inglese. Un tema, questo, che torna più volte anche nel libro di Verdier edito da Ippocampo
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Polemista puro, non c'è partito, ideologia o classe sociale con cui non entri prima o poi in contrasto. Odiato dai comunisti, tenuto alla larga dai cattolici, è uno dei primi scrittori del Novecento a finire sul ring di un dibattito culturale iper-polarizzato

Ecco ciò che scrive nell'autobiografia artistica “Perché scrivo”: “Il mio punto di partenza è sempre un senso di partigianeria, un senso d'ingiustizia. Quando mi accingo a scrivere un libro io non mi dico ‘Voglio produrre un'opera d'arte’. Lo scrivo perché c'è qualche bugia che voglio smascherare, qualche fatto su cui voglio attirare l'attenzione, e il mio primo pensiero è quello di farmi ascoltare"
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Il libro di Christin Verdier è edito da Ippocampo ed è uscito da qualche settimana (pp. 160, euro 19,90)
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