Quaresima, la tradizione di non mangiare carne e l'obbligo di digiuno il Venerdì Santo

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Il digiuno è connesso alla preghiera e all’elemosina: tre elementi cruciali nella pratica penitenziale della Chiesa che ne hanno attraversato la storia e che ritornano nei testi fondanti

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La quaresima è iniziata lo scorso 22 febbraio: 40 giorni durante i quali i fedeli si preparano alla Pasqua, che quest’anno cade il 9 aprile. Fra le pratiche più note c’è il digiuno, che risale all’Antico Testamento e si è sviluppato nel corso del tempo nel monachesimo cristiano d’Oriente e Occidente. In particolare nel mondo cattolico si usa rinunciare alla carne il venerdì.

Digiuno, preghiera ed elemosina

Come spiega Rinaldo Falsini sulle pagine di Famiglia Cristiana, nessun Papa ha mai emanato disposizioni del genere: come detto, l’astinenza da determinati cibi risale all’Antico Testamento. In particolare dalla carne, la cui assenza nell’alimentazione si riteneva combattesse la concupiscenza e favorisse l’ascesi. Il digiuno è connesso alla preghiera e all’elemosina: tre elementi cruciali nella pratica penitenziale della Chiesa.

Un solo pasto

Il senso del digiuno – scrive Famiglia Cristiana – sta nella penitenza, che il fedele compie nel corpo e nello spirito. Vive il fisico con moderazione e al contrario rinvigorisce lo spirito, legandosi agli altri uomini in un senso di solidarietà. Secondo quanto riferito nella Conferenza episcopale del 1994, insomma, il digiuno dei cristiani trova ispirazione nel suo significato originale, cioè in Gesù. Il Signore, prosegue Famiglia Cristiana, non impone la pratica ma ne ricorda l’importanza contro le forze maligne: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). La tradizione prevede un solo pasto nella giornata.

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Astinenza dai peccati

San Pier Crisologo chiede di non dividere le pratiche della preghiera, del digiuno e della misericordia. Con il IV secolo si stabilisce il tempo di Quaresima per catecumeni e penitenti e San Leone Magno sottolinea l’importanza di astenersi non solo da alcuni cibi ma anche dai peccati. Infine, il Vaticano II introduce aggiornamenti nelle motivazioni e nelle forme. Particolare attenzione alla pratica viene data nel cosiddetto triduo pasquale – cioè i tre giorni che precedono la morte di Cristo – e nell’astinenza dalla carne nei venerdì di tutto l’anno. Le disposizioni si trovano sono nel canone 1249 del Codice di diritto canonico del 1985, ma le Conferenze episcopali possono fissare i giorni e le modalità tenendo conto della condizione delle persone anziane o malate.

L’astinenza dalle carni

Il precetto cattolico impone di non mangiare carne nei "giorni di magro", cioè il venerdì e gli altri giorni proibiti. Il pesce è ammesso durante l'astinenza, motivo storico per cui il venerdì è il giorno in cui tradizionalmente si mangia pesce nei Paesi a maggioranza cattolica. Il venerdì è ovviamente un rimando al giorno della Passione. Il Codice di diritto canonico del 1917 prescriveva l'astinenza in tutti i venerdì dell'anno, con pochissime eccezioni. L’astinenza dalle carni doveva essere osservata a partire dai sette anni di età. Nel tempo sono state introdotte alcune modifiche ma il Mercoledì delle ceneri e il Venerdì Santo sono sempre richiesti digiuno e astinenza; mentre il Sabato santo sono solo consigliati. L'obbligo dell'astinenza vige a partire dai 14 anni d'età compiuti. I fedeli possono essere dispensati dall'obbligo del digiuno e dell'astinenza in taluni casi (ad esempio in caso di malattia in corso). L'obbligo del digiuno inizia dai 18 anni compiuti e termina con il compimento del 60º anno di età. È richiesta anche l'astinenza dai cibi e dalle bevande considerati troppo ricercati e costosi.

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