Bilquis Evely e Matheus Lopes: "Helen di Wyndhorn il nostro lavoro più complesso"
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Disegnatrice e colorista fanno coppia nell'arte come nella vita. Ospiti di BAO Publishing a Lucca Comics & Games 2025, ci hanno raccontato della loro ultima collaborazione con Tom King e di cosa significhi vivere e lavorare insieme. L'intervista
Capelli che si muovono come onde, linee sinuose e tratto elegante, colori capaci di aggiungere meraviglia al racconto. Il lavoro di Bilquis Evely e Matheus Lopes, coppia professionale e nella vita, è tra i più notevoli nel panorama fumettistico internazionale. A Lucca Comics sono stati ospiti di BAO Publishing, che ha pubblicato Helen di Wyndhorn (176 pagine, 22 euro), fumetto scritto da Tom King per i cui disegni Bilquis Evely è stata premiata con un Eisner Award. Ma nel recentissimo passato hanno dato forma anche alla versione più recente di Supergirl in Supergirl: La donna del domani (sempre con Tom King ai testi), un instant cult tale da porre già le basi per il prossimo adattamento cinematografico stand alone dedicato al personaggio e in uscita nel 2026. Li abbiamo intervistati.
Quali sono state le vostre ispirazioni nel world building di Helen of Wyndhorn?
Bilquis Evely: L’idea è nata verso la fine della lavorazione di Supergirl. Tom King, a quel punto, mi ha chiesto se volevo fare qualcos’altro insieme a lui e se preferissi restare in ambito supereroistico o volessi qualcosa di diverso, nostro. Io risposi che pensavo fosse una buona idea fare qualcosa di nostro e mi misi a cercare varie immagini che mi ispiravano tra i libri di illustrazioni antiche, di fantasia, cose un po’ vintage. Poi ho raccolto una serie di illustrazioni, gliele ho mandate lui ha detto che poteva costruirci sopra qualcosa. Poco tempo dopo è tornato con la sceneggiatura completa.
Qual è stata la sfida più dura nella realizzazione del libro?
Bilquis Evely: Il libro ha varie sfaccettature. È una storia ambientata negli anni ’30, in una villa di stile gotico, che poi porta verso un altro mondo. Ho dovuto fari molti percorsi di studio per ricreare l’atmosfera degli anni ’30 nel vestiario e nelle ambientazioni, ricerche sull’architettura gotica per poi creare qualcosa di diverso per la casa dei Wyndhorn. E poi la parte di fantasia, provare a realizzare qualcosa di nuovo e creativo.
Matheus Lopes: Penso che queste siano le pagine più dettagliate mai realizzate da Bilquis. Nel tempo che facevo una pagina di Helen riuscivo a farne due di Supergirl. Lei ci ha messo più tempo a disegnarle e di conseguenza io ci ho messo più tempo a colorarle. Quindi penso che la sfida maggiore sia stata trovare l’equilibrio per lavorare su un’arte così dettagliata senza perdere niente e riuscendo comunque a far passare l’atmosfera che cercavamo.
Da dove viene il tuo stile? Quali tipi di arte ti hanno influenzata? Io, per esempio, ci vedo un po’ di Art Nouveau…
Bilquis Evely: Io lavoro col pennello come unico strumento insieme alla matita. Ho cominciato ad amare questo lato più tradizionale con Flash Gordon di Alex Raymond, che ha uno stile un po’ classico e un po’ fluido. E poi credo che le persone dicano che sì, ho qualcosa dell’Art Nouveau, non so se questa sia una cosa che ho cercato, semplicemente è successa. Mi piacciono le forme ondulate, rotonde, le linee lunghe. Fa parte di me. Mi piace molto García-López, che ha un tratto molto classico e bello. E sotto l’aspetto creativo c’è anche un po’ di Moebius. Penso di essere il risultato di un mix di influenze.
Delle cose che disegni ce n’è una che mi colpisce particolarmente, che trovo ipnotica.
Matheus Lopes: I capelli!
Sì, i capelli, le acconciature.
Bilquis Evely: Sì, la gente ne parla, ma penso sia una cosa che deriva dal fatto che il mio tratto è lungo e fluido, e quindi il capello finisce per richiamare l’attenzione. Non è una cosa intenzionale, non lo faccio apposta.
Com’è vivere e lavorare insieme da coppia?
Bilquis Evely: È molto tranquillo, lavoriamo insieme da tanti anni, eravamo amici prima, e quelle dinamiche non sono cambiate da quando siamo una coppia. Io faccio il mio lavoro, lui fa il suo, ci scambiamo idee, a volte lui mi suggerisce qualcosa, a volte sono io che suggerisco a lui. Discutiamo un po’ prima di cominciare a lavorare su un progetto ma ognuno poi fa il suo lavoro.
Matheus Lopes: Lavoriamo in studi separati, ognuno ha il suo spazio. A lei piace lavorare in silenzio, a me invece piace farlo con la musica alta. E il processo alla fine è simile a quello che ho nelle collaborazioni con altri artisti, è molto tranquillo.
Mas cada um tem o seu trabalho e é isso.
E lavorare con Tom King come è? È uno scrittore che lascia tanta libertà agli artisti?
Bilquis Evely: Sì, è molto diretto con le parole. Ha un ritmo che trovo meraviglioso, impressionante, tra una scena e l’altra. Per esempio: nella pagina in cui la villa di Helen compare per la prima volta, lui mi ha solo indicato che era una splash con la casa e ha lasciato a me sviluppare il tutto.
Matheus Lopes: È molto poco descrittivo, tiene il testo più per i dialoghi. Per quanto riguarda le vignette, dà tutta la libertà possibile all’artista. Se deve comparire una casa lui scrive “una casa”. Non specifica quante stanze, quante finestre, come è il tetto, niente di tutto ciò.
C’è un personaggio che hai disegnato con cui un po’ ti identifichi?
Bilquis Evely: No. Le persone dicono che io assomiglio ai miei disegni
Matheus Lopes: Fisicamente. Non per il carattere.
Bilquis Evely: Sì, ma no, non credo ci sia un personaggio che mi assomigli, in cui mi identifico. Helen è un po’ pazzerella, Lilith molto dura. E anche Barnabas… No, direi di no.
Parlando dei colori, Helen di Wyndhorn ha colori più tenui, Supergirl tinte più fluo. Come scegliete la palette per un lavoro?
Matheus Lopes: Dico sempre che il mio lavoro è una continuazione naturale della sceneggiatura e delle pagine. Mi preoccupo sempre di scegliere i toni che andranno a completare l’arte e la scrittura. Supergirl è un fantasy ambientato nello spazio, un’avventura supereroistica, ho potuto usare colori vivi, saturi, che si combinavano perfettamente con quella che era l’atmosfera che Tom e Bilquis voleva trasmettere. Helen, invece, è una storia più di fantasia, di mistero, un po’ più terrestre, dovevo pensare a colori che rispondessero a queste atmosfere e nel mondo reale i colori sono meno saturi, più limitati. E poi c’è un senso di retrô, di nostalgia, perché è una storia ambientata nel passato. Per le parti ambientate nel mondo fantastico, invece, potevo usare colori più forti anche per differenziare molto i due universi in cui si svolge la storia.
Che cosa vi aspettate dal film di Supergirl?
Bilquis Evely: Non vediamo l’ora di vederlo, abbiamo grandi speranze.
Matheus Lopes: L’aspettativa è che sia un bel film, divertente.
Bilquis Evely: Con belle immagini.
Matheus Lopes: Sì. E speriamo che le persone si divertano e che, soprattutto, parte del pubblico che andrà a vedere il film e lo apprezzerà torni al fumetto, che è quello che noi amiamo di più.
Vi è piaciuto vedere Milly Alcock nel ruolo?
Bilquis Evely: Sì sì. Quando ho visto la notizia ho pensato che fosse perfetta, avevamo appena finito di vedere House of the Dragon, dove lei è molto carismatica, piena di talento. Per me è perfetta per Supergirl.
Matheus Lopes: Quando sono usciti i primi rumors, c’era il suo nome in mezzo a quelli di altre attrici. E ci siamo detti subito che doveva essere lei. Facevamo il tifo per lei: “Speriamo che venga scelta Milly”. Perché, non so, sta perfettamente in quei panni. E già nel film di Superman è stata perfetta. Siamo molto felici.
Avete lavorato alla serie The Dreaming, tratta dall’universo di Sandman. Avete un personaggio preferito tra gli Eterni?
Bilquis Evely: Delirio. Mi piace molto. Purtroppo non sono mai riuscita a disegnarla ma è la mia preferita per via dell’arco disegnato da Jill Thompson. È un personaggio molto diverso che lascia più libertà all’artista.
Matheus Lopes: I miei preferiti sono più classici… Mi piacciono molto Morte e Morfeo, e tutto il suo arco. Ma se proprio dovessi scegliere, sceglierei Morte.