Lo scrittore ungherese Laszlo Krasznahorkai vince il premio Nobel per la Letteratura 2025. "Per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell'arte", si legge nella motivazione dell'Accademia di Svezia
Lo scrittore ungherese Laszlo Krasznahorkai ha vinto il premio Nobel per la Letteratura 2025. Nelle motivazioni dell'Accademia di Svezia, che assegna il riconoscimento, si legge: "Per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell'arte". Il suo prossimo libro, Panino non c'è più', uscirà in Italia per Bompiani nel 2026.
Chi è László Krasznahorkai
László Krasznahorkai è nato nel 1954 a Gyula, una piccola cittadina nel sud-est dell’Ungheria, vicino al confine con la Romania. È autore di romanzi e raccolte di racconti. Nel 2015 ha vinto l'International Man Booker Prize, nel 2019 il National Book Award for Translated Literature. È stato anche finalista del Premio Gregor Von Rezzori e del Premio Strega Europeo 2017. È considerato uno dei maggiori scrittori ungheresi viventi. Ha scritto di mondi di brutalità e bellezza, dove non c'è salvezza e poca speranza, e ha riflettuto a lungo sul male. È arrivato alla conclusione che a vincere è “la forza irresistibile della debolezza della gentilezza”.
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"Sátántangó", l'esordio di Krasznahorkai
Il primo romanzo di Krasznahorkai è Sátántangó, pubblicato nel 1985 e diventato un caso letterario in Ungheria. Il libro, come spiega l'Accademia di Svezia nella biografia dell'autore, ritrae in termini fortemente suggestivi un gruppo di residenti indigenti in una fattoria collettiva abbandonata nella campagna ungherese, poco prima della caduta del comunismo. L'elemento satanico a cui fa riferimento il titolo è presente nella loro moralità da schiavi e nelle finzioni dell'imbroglione Irimiás che, tanto efficaci quanto ingannevoli, lasciano quasi tutti con i piedi per terra. Tutti nel romanzo attendono che accada un miracolo, una speranza che è fin dall'inizio interrotta dal motto kafkiano introduttivo del libro: "In tal caso, mi perderò la cosa aspettandola". Il libro è stato trasformato in un film molto originale nel 1994 in collaborazione con il regista Béla Tarr.
Gli altri libri di Krasznahorkai
Tra i libri di Krasznahorkai pubblicati in Italia da Bompiani, oltre a Sátántangó, c'è anche Melancolia della resistenza (1998). Qui, in un febbrile fantasy horror ambientato in una piccola città ungherese incastonata in una valle dei Carpazi, il dramma è ulteriormente amplificato. Utilizzando scene oniriche e caratterizzazioni grottesche, Krasznahorkai ritrae magistralmente la brutale lotta tra ordine e disordine. Il romanzo Guerra e guerra, nel suo andamento picaresco, anticipa Il ritorno del barone Wenckheim, 2019, sebbene in questa occasione l'attenzione sia rivolta al ritorno in patria, con Krasznahorkai che gioca generosamente con la tradizione letteraria. Qui, l'idiota di Dostoevskij si reincarna nel barone perdutamente infatuato dalla sua dipendenza dal gioco d'azzardo. Ormai rovinato, sta tornando a casa in Ungheria dopo aver trascorso molti anni in esilio in Argentina. Spera di ricongiungersi con il suo amore d'infanzia, che non riesce a dimenticare. Sfortunatamente, nel corso del suo viaggio, affida la sua vita nelle mani del perfido Dante, un mascalzone presentato come una versione sporca di Sancho Panza. Il culmine del romanzo, che per molti versi ne costituisce il momento comico più significativo, è la gioiosa accoglienza riservata al barone dalla comunità locale, che il malinconico protagonista cerca a ogni costo di evitare. Edito in Italia anche Seiobo è discesa quaggiù.
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"Herscht 07769: Florian Herscht Bach-regénye"
A queste epopee "apocalittiche" si può aggiungere una quinta opera: Herscht 07769: Florian Herscht Bach-regénye (2021; Herscht 07769: A Novel, 2024). Qui non ci troviamo in un incubo febbrile nei Carpazi, ma piuttosto in un ritratto credibile di una cittadina contemporanea della Turingia, in Germania, che è tuttavia afflitta da anarchia sociale, omicidi e incendi dolosi. Allo stesso tempo, il terrore del romanzo si svolge sullo sfondo della potente eredità di Johann Sebastian Bach. È un libro sulla violenza e la bellezza "impossibile" congiunte.
Krasznahorkai e l'Oriente
Krasznahorkai, scrittore epico di tradizione mitteleuropea, nella sua carriera ha guardato anche a Oriente, adottando un tono più contemplativo e finemente calibrato. Il risultato è una serie di opere ispirate alle profonde impressioni lasciate dai suoi viaggi in Cina e Giappone. Sulla ricerca di un giardino segreto, il suo romanzo del 2003 Északról hegy, Délről tó, Nyugatról utak, Keletről folyó (Una montagna a nord, un lago a sud, sentieri a ovest, un fiume a est, 2022) è un racconto misterioso con potenti sezioni liriche ambientato a sud-est di Kyoto. Nella sua opera tocca anche il tema della creazione dell'opera d'arte con, tra l'altro, riferimento ad un'opera inedita di Pietro Vannucci, da Firenze a Perugia, città natale di quest'ultimo. Mentre tutti credono che Perugino, come è comunemente noto, abbia rinunciato alla pittura, è a Perugia che avviene un miracolo.
Una Manhattan infestata dai fantasi di Melville
Un'altra opera degna di nota, che mette in mostra l'ampiezza e il registro letterario di Krasznahorkai, è il racconto breve Aprómunka egy palotáért: bejárás mások őrületébe (Lavori preparatori per un palazzo: entrare nella follia degli altri, 2020), pubblicato nel 2018. La storia è ambientata in una Manhattan infestata dai fantasmi del grande Herman Melville, che un tempo visse lì, e dei suoi fanatici ammiratori. È un libro che non parla solo della maledizione dell'imitazione, ma anche della benedizione della resistenza.