Cosa hanno in comune Italia, Spagna e Francia nel mondo dei podcast?

Dal true crime alla storia, dai grandi classici al self development. Viaggiare da un genere all’altro e portare l’ascoltatore dentro il racconto è il potere dei podcast: un potere che in Italia sembra crescere sempre più, alla ricerca di una evoluzione al passo con i tempi e con le richieste degli appassionati. “Tutto il mondo del podcast e dell’ascolto in generale cresce anno su anno: nel 2025 del +5% che corrisponde circa a 800 mila persone, un numero incredibile”. A raccontare su Sky TG24 Insider il presente e il futuro del mondo dell’audio è Francesco Bono, responsabile dei contenuti Audible per Italia, Francia e Spagna. “Dal 2018 a oggi sono passati da 10 a 18 milioni le persone che ascoltano podcast”, ma ad essere altrettanto interessante è la quantità di ascoltatori che si “fidelizzano”: “Chi ascolta almeno una volta a settimana - ha spiegato Bono - è salito al 62% ed è cresciuto di 14 punti percentuali dall'anno scorso”. I dati a cui il responsabile di Audible fa riferimento sono emersi dall’annuale ricerca di NielsenIQ e i numeri per Francesco Bono parlano chiaro: il podcast rappresenta ormai “una fonte di informazione e intrattenimento per una quantità sempre maggiore di italiani”. Format ibridi Il 30 settembre è la Giornata Internazionale del Podcast ma è anche un’occasione buona per parlare dei prodotti di audio entertainment a 360 gradi. Sì perché, come emerge dai dati e dai feedback degli ascoltatori, quello che aspetta i contenuti audio è un futuro “ibrido”, fatto di formati che si contaminano tra di loro e che escono dai soliti schemi ai quali siamo sempre stati abituati. Audible in primis, ha spiegato Francesco Bono, sta cercando di adattarsi alle nuove esigenze tentando di “rompere queste barriere tra i format”. C’è un dato della ricerca Nielsen sul quale è importante soffermarsi ed è, come ha sottolineato il responsabile di Audible, “questo 63% di, io direi, onnivori: cioè persone che ascoltano sia podcast che audiolibri. Vuol dire che due ascoltatori su 3 non fanno differenza e noi stiamo lavorando proprio in questa direzione. Stiamo creando dei format ibridi: rompiamo il classico audiolibro a una voce inserendo più voci, inserendo sound design, mettendo parti sempre più di fiction, creiamo contenuti audio drammatizzati, ci ispiriamo a serie televisive. Cerchiamo di creare dei prodotti che siano multimediali e intramediali”. Italia, Spagna e Francia a confronto Da questa consapevolezza nascono i nuovi progetti per il futuro che, in linea di massima, accomuna Italia, Spagna e Francia. I tre Paesi europei “hanno tendenze molto simili tra di loro”, ha spiegato il responsabile della macro area. “Da un punto di vista degli ascolti si somigliano molto, soprattutto Italia e Spagna ascoltano più podcast e contenuti originali. Il pubblico francese ascolta comunque tanto anche se un po’ più sbilanciato verso gli audiolibri”. La cosa importante per Francesco Bono, però, è che “in generale l’ascolto sta crescendo molto in tutti e tre i Paesi e ovunque vediamo questa ibridazione: si vanno a rompere questi schemi e anche la dicotomia tra podcast e audiolibri va sempre più sfumando”. Per Audible l’idea dunque “è continuare a offrire un’ampia offerta di contenuti” anche per andare incontro alle richieste del 43% degli italiani intervistati da Nielsen che “vorrebbero più varietà nei generi”. Parlando di generi, in Italia da anni c’è un re indiscusso: il crime. “Ma il crime stesso è un universo gigantesco”, ha affermato Bono: va “dal true crime, al thriller, al cozy crime alla Agatha Christie, a quello legato ad eventi storici di corruzione o politica”. In questo caso, tra Italia, Spagna e Francia ci sono trend comuni ma anche sfumature che in ogni Paese hanno i loro picchi. “In generale tutto ciò che è legato a crime, thriller, suspence funziona molto bene nei tre Paesi. In Spagna il true crime va tantissimo: il nostro original spagnolo più ascoltato da 5 anni si intitola ‘¿Por qué matamos?’, ovvero ‘Perché uccidiamo?’, ed è un true crime classico con episodi per ogni singolo omicidio. Continua a fare numeri incredibili anche grazie alla voce di Carles Porta che è il mostro sacro del genere in Spagna. Il romance va molto bene in Francia più che in Italia o Spagna; il self development e la non fiction di sviluppo personale sono uno dei punti forti degli ascolti in Spagna; in Italia vanno molto di più i contenuti di storia e filosofia rispetto agli altri due Paesi”. Ma se i tre Paesi europei sono così simili tra loro per quanto riguarda i generi preferiti dagli ascoltatori, ciò che li differenzia è il legame con gli autori locali: “Carles Porta - ha ricordato il responsabile di Audible - in Spagna ha un seguito incredibile, in Italia uno dei nostri original più ascoltati è quello con Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi e in Francia abbiamo altri autori. Quindi c’è un ascolto comune su alcuni titoli che sono andati molto bene come ‘1984’ o ‘Pride and Prejudice’ e poi ci sono le star locali”. Voce come elemento trainante La scelta del prodotto audio da ascoltare passa per un elemento fondamentale: la voce narrante. Nel 2025, in linea con l’anno precedente, il 58% degli ascoltatori è spinto a premere play dal nome del narratore che lo accompagnerà nel racconto: si tratta di un elemento emotivo importante, la voce e il volto noto creano “un legame affettivo” ed è per questo motivo, ha affermato Francesco Bono, che “noi puntiamo a continuare a lavorare con grandissime voci italiane, per citarne alcuni Claudio Santamaria, Adriano Giannini, Eduardo Scarpetta, Federico Cesari e Isabella Ferrari”. Audio vs editoria Che l’editoria tradizionale stia morendo è una delle frasi che si sentono pronunciare più spesso negli ultimi anni. Ma è davvero così? Esiste davvero il rischio che le nuove tecnologie e i contenuti audio possano prendere il sopravvento sul caro vecchio cartaceo? Per Francesco Bono la risposta è no. “Si tratta di due aspetti che possono convivere e ogni volta che ne parlo con gli editori concordano con me. Il mondo audio va ad allargare le potenzialità dell’industria editoriale: ci sono ad esempio prodotti che escono come original audio e poi diventano libri e viceversa. Quando facciamo una grande produzione adattata da un romanzo vediamo immediatamente dopo l’uscita del titolo in audio che sale anche l’ascolto dell’audiolibro tradizionale e in alcuni casi aumentano anche le vendite in libreria. Nel momento in cui ci sono visibilità e promozione rispetto a un titolo tutti i canali di vendita di quel titolo ne beneficiano”.

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Claudia Torrisi