Il passato dell’Isola d’Elba, online l’Archivio della Memoria

Storia e digitale. Immagini sbiadite, ritratti di epoche passate, paesaggi e personaggi spesso senza un nome né una data, hanno cominciato a rianimarsi grazie all’Archivio della Memoria Elbana, un progetto promosso dalla Fondazione Isola d’Elba per valorizzare l’identità e il patrimonio culturale della “Perla del Tirreno”. All’indirizzo archiviomemoriaelbana.it è possibile consultare il primo nucleo di oltre 1300 immagini digitalizzate. Un grande “album di famiglia” navigabile su una piattaforma online. Una App, accessibile allo stesso indirizzo, propone dieci percorsi tematici con numerose tappe: una vera macchina del tempo che permette di esplorare il territorio attraverso foto e video d’epoca. Finanziato dall’Unione Europea NextGenerationUE e dal Ministero della Cultura per la transizione digitale degli organismi culturali e creativi, il progetto è nato da un’idea di Patrizia Lupi, direttrice della Fondazione Isola d’Elba e della rivista Enjoy Elba and the Tuscan Archipelago. E da lei ce lo facciamo raccontare. Le storie dell’Isola d’Elba tornano a vivere grazie all’Archivio della Memoria Elbana. Di cosa si tratta? Sono numerose le associazioni, gli enti del terzo settore, gli istituti scolastici, i privati cittadini, le imprese, che detengono ricche collezioni di immagini, documenti, video, che costituiscono un insostituibile patrimonio identitario, seppur frammentato e poco conosciuto. Obiettivo del progetto “Archivio della memoria elbana” è la ricerca, il censimento, la promozione, l’implementazione, la diffusione, la conoscenza, l’utilizzo del patrimonio fotografico, storico e contemporaneo, dell’Isola d’Elba. Io faccio parte di quella schiera di elbani che sono partiti verso altri mari, in epoche diverse della storia , ma che continuano a portare nel cuore il loro “scoglio” e che vogliono restituire qualcosa di quello che hanno imparato nel mondo. Disvelare testimonianze di una memoria comune, salvandole dalla dimenticanza e dall’ignoranza, significa restituire alla contemporaneità ed alla narrazione, immagini di incommensurabile valore, ripercorrendo, non solo da spettatori, ma da protagonisti, il corso della storia di un territorio fragile come quello isolano, ma ricchissimo di cultura e bellezza. Un’occasione imperdibile per ritrovare e rinsaldare le radici condivise della comunità isolana, dove nei secoli, con un lento processo di inclusione, si sono innestate usanze, tradizioni, linguaggi, popoli provenienti da tutto il Mediterraneo. Che riscontro avete avuto dagli abitanti dell’Elba? Il progetto ha messo in rete associazioni, Enti, soggetti privati, persone che detengono un patrimonio personale ma anche collettivo. Ci sono state donate foto, cartoline, documenti, materiale digitale. Dobbiamo ringraziare i “donatori di memoria”, coloro che hanno voluto condividere il loro patrimonio di immagini, preziose quanto emozionanti. Fra questi, il fondo di Giuseppe M Battaglini, 33 lastre di vetro di fine ‘800 con ritratti e paesaggi di straordinaria qualità, la collezione di Valeria Paoletti con l’album personale di un personaggio del calibro di Ubaldo Tonietti, la prestigiosa raccolta di Daniele Olschki con splendidi scatti della famiglia Roster Olschki degli anni ’20 e dipinti di Lloyd. Ma ancora l’archivio di Christel Zimmer e di Tiziana Pisani, che documenta l’epoca della gestione delle cave di granito degli anni ’10, le collezioni di cartoline storiche di Renzo Paoli e di Giorgio Giusti, la raccolta di Umberto Gentini, ricca di preziose e variegate testimonianze isolane, quella dello storico Silvestre Ferruzzi, con il frutto delle sue ricerche sul campo, quella di Gianmario Gentini, memoria storica di San Piero e dintorni, il fondo di Gimmi Ferrini focalizzato sulla storia del paese di Patresi, raggiunto dalla strada solo negli anni ’60, quello di Emilio Canovaro che ha immortalato momenti significativi di Rio nell’Elba. Diverse immagini provengono dal portale Infoelba, altre ancora da Alessandro Farina e dal suo ‘Mucchio selvaggio’, piattaforma-contenitore di documenti dedicati all’Isola. Angela Provenzali, curatrice dell’archivio, ha acquisito e archiviato con grande pazienza e tenacia il patrimonio documentale, ricostruendo attraverso informazioni e immagini uno stupendo puzzle visitabile sul sito www.archiviomemoriaelbana.it e sulla APP dedicata. Cosa significa usare gli strumenti digitali per valorizzare il patrimonio culturale e identitario di un luogo? Il progetto “Archivio della Memoria elbana” è stato possibile grazie alla rete della quale fanno parte la Fondazione Isola d’Elba, insieme ad altri ETS che hanno l’obiettivo di salvare dalla dimenticanza fotografie, documenti, manufatti, saperi, ricordi, parole. I materiali raccolti sono stati catalogati e ordinati in un unico grande “contenitore digitale”, collettivo, fruibile, aggiornabile, consultabile, implementabile. Al metodo scientifico è stato affiancato un approccio creativo ed emotivo, generando prospettive nuove sul patrimonio e sulla identità della comunità elbana. Grazie a strumenti digitali innovativi, abbiamo creato un ecosistema in grado di rappresentare il passato, integrandosi nel presente e dialogando con il futuro. Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani che non hanno conosciuto le numerose cave e l’Elba agricola con i suoi cinquemila ettari di vigne o le miniere con i loro preziosi giacimenti di minerali che hanno permesso alle antiche civiltà di prosperare e progredire. Un progetto ambizioso e complesso che è anche una grande opportunità per l’isola d’Elba. Che “futuro” vede per l’Archivio della Memoria Elbana? Mestieri, saperi, dialetti, culture, religioni: l’Elba rappresenta un microcosmo dove la storia e la natura hanno lasciato tracce indelebili, dal vasto patrimonio archeologico e storico a quello geologico e naturalistico. Un fazzoletto di terra che conserva caratteristiche uniche, crocevia di antiche rotte di navigazione, terra di miniere conosciute fin dai tempi più lontani, luogo scelto dai grandi della storia come Cosimo I de Medici e Napoleone: un’Isola documentata e documentabile che merita un’attenta narrazione da tramandare alle future generazioni. Dopo il finanziamento del PNRR ci auguriamo che la comunità elbana voglia sostenere l’ulteriore raccolta e digitalizzazione del patrimonio fotografico e audiovisivo. Molti cittadini, o persone che hanno conosciuto l’Elba prima dei grandi flussi turistici, continuano a cercarci per mettere a disposizione i loro “album” di famiglia. Ci auguriamo che le istituzioni, il mondo dell’impresa, il Terzo Settore uniscano le loro forze, superando campanilismi e “isolitudini” per proseguire questo lavoro di ricerca e acquisizione che unico può trasferire alle future generazioni il senso delle proprie radici.

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Costanza Ruggeri