Accoglienza dei turisti stranieri, dal numero 4 al namasté: la guida per evitare errori

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Introduzione

La Confederazione nazionale dell'artigianato (Cna) di Roma ha realizzato una guida per aiutare le imprese ad accogliere il pubblico internazionale rispettando alcuni usi e costumi delle diverse nazioni. Il progetto si chiama “Benvenuti” e ha l’obiettivo di “accogliere bene chi arriva a Roma” che “non è solo una forma di cortesia, ma una vera e propria strategia di sviluppo e di futuro”, si legge sul sito della Cna. La guida è stata curata da Gianfranco Giancaterino e nasce “dall’esigenza di accogliere chi entra nel nostro territorio e approcciare a culture diverse, un elemento centrale per le imprese”, ha spiegato il segretario Cna Roma, Giordano Rapaccioni. “Se vogliamo un turismo internazionale non dobbiamo dare l’accoglienza, ma le accoglienze, questo è lo scopo di questa guida che va mantenuta nel tempo”, ha osservato il presidente della camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti. Dalle proposte alimentari alla spiegazione del significato di “al dente”, i suggerimenti della guida

Quello che devi sapere

Attenzione ai numeri con i cinesi

Per i cinesi il numero 4 è sfortunato perché, nella loro lingua, la pronuncia del termine è simile a quella della parola “morte”. Per fare un esempio, in Cina il 4 non esiste neanche tra i numeri dell’ascensore. Al contrario il numero 8 è considerato fortunato per la sua assonanza con la parola “prosperità”. Se il tavolo ha la numerazione, meglio non far accomodare persone da Pechino o Shanghai dove è in bella mostra il 4 e preferire l’8

 

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Il tono da usare con gli stranieri

Nella guida si segnala che i nordamericani prediligono toni informali e chiamano per nome anche chi non conoscono. I canadesi sono “educati, discreti e sensibili ai temi ambientali”, mentre gli australiani più rilassati e amanti dell’avventura. I senegalesi amano un approccio caloroso e informale, i “cugini” del Corno d’Africa etiopi ed eritrei apprezzano invece una “gentilezza misurata”

 

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Il namasté con gli indiani ma non con gli indonesiani

Il namasté, salutare con le mani giunte facendo un mezzo inchino, è una forma di rispetto apprezzata dai clienti indiani ma non è compresa da quelli indonesiani. Perciò non va usato con questi ultimi

 

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Il silenzio dei giapponesi

I clienti giapponesi sono molto riservati e “anche quando qualcosa non soddisfa, difficilmente lo diranno apertamente”. Per capire se gradiscono o meno l’accoglienza che si sta proponendo loro, bisogna osservare i segnali non verbali come esitazioni, silenzi e cambi di espressione. Inoltre è necessario che tutto appaia pulito, ordinato e ben curato. Fondamentale è anche la puntualità, un ritardo o un’attesa prolungata è vissuta come una grave mancanza di rispetto

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La percezione dell’attesa nei diversi Paesi

In molte società dell’Africa subsahariana l’attesa viene considerata come una “parte naturale del processo relazionale” e quindi non è vissuta come un disagio, anche se i ritardi andrebbero comunque evitati o motivati. Per i turisti nordamericani, l’attesa viene percepita come lentezza tipica degli italiani

Le trattative e gli sconti

In molti paesi arabi e africani, la trattativa e lo sconto nei negozi e nei mercati fanno parte della quotidianità. Questo tipo di turista si aspetta di avere la possibilità di contrattare o di ottenere uno sconto. Se non è possibile rivedere il prezzo, anche un gesto simbolico, come il dono di un oggetto o una qualsiasi carineria, è vista come forma di rispetto e attenzione

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La differenziazione delle proposte alimentari

Per rispettare i regimi alimentari dei diversi popoli si dovrebbe offrire una differenziazione che comprenda piatti per esempio halal o kosher. Molti clienti musulmani seguono la dieta halal che prevede l’assenza di carne di maiale e alcol. Durante il Ramadan con il digiuno dall’alba al tramonto, la clientela potrà richiedere pasti molto mattutini (suhoor) o serali (iftar). Alcuni turisti israeliani seguono le regole alimentari kosher che richiedono ad esempio la separazione di carne e latticini e il divieto di alcuni alimenti come carne di maiale e crostacei

La cucina per clienti indiani

La differenziazione delle proposte alimentari è importante anche se si ha a che fare con turisti provenienti dall'India. Molti clienti indiani sono vegetariani o vegani, ma vista la grande eterogeneità del subcontinente asiatico che accoglie induisti, musulmani, cristiani, sikh o seguaci del jainismo, anche tra chi proviene dall’India possono esserci persone che seguono la dieta halal o non mangiano carne di vitello

 

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