"Print is not dead": Spitz arriva a Roma con una mostra fra pop e provocazione

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Verrà inaugurata a Roma il prossimo 29 maggio: un atto di denuncia contro la dimenticanza, l’omologazione digitale e l’ossessione per l’effimero. Ogni opera diventa così un manifesto cristallizzato, un atto di resistenza contro l’oblio, l’algoritmo e la distrazione di massa

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Rumorosa, satirica, tagliente. L’arte di Edward Spitz arriva nel cuore di Roma con una nuova galleria in via del Babuino e una mostra che è tutto tranne che silenziosa. Si attende l’inaugurazione di “PRINT IS NOT DEAD”, prevista per il prossimo 29 maggio, che si annuncia come una vera dichiarazione di guerra contro la dimenticanza, l’omologazione digitale e l’ossessione per l’effimero. In un’epoca in cui tutto corre, scorre e si dissolve in un feed, Edward Spitz compie un gesto radicale: sceglie di interrompere il tempo. Strappa pagine, recupera ritagli, icone pop, titoli, immagini e li imprigiona nella resina: ogni opera diventa così un manifesto cristallizzato, un atto di resistenza contro l’oblio, l’algoritmo, la distrazione di massa.

L’autore

Le opere di Edward Spitz nascono infatti da un processo di assemblaggio e stratificazione. L’artista seleziona materiali cartacei originali — giornali d’epoca, pubblicità vintage, strisce di fumetti, riviste illustrate — che compone su supporti rigidi in layout iconici o narrativi. L’intero collage viene poi inglobato in una colata di resina trasparente, che ne preserva la struttura e amplifica l’effetto visivo, creando superfici lucide, profonde e dal forte impatto materico. Così, ogni opera è concepita insieme come reliquia pop e atto critico sulla cultura contemporanea.

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