Chiacchiere di Carnevale a 100 euro al kg, Iginio Massari: "La perfezione si paga"
Lifestyle
Il Maestro dei pasticceri ha voluto spiegare al "Corriere della Sera", dopo le polemiche social nate di recente vista la sua scelta di proporre i dolci tipici di Carnevale a 100 euro al Kg, i motivi dietro questa decisione. Spiegando che "caro si dice di un prodotto che non vale il prezzo che ha. Costoso si riferisce a qualcosa di eccellente che non tutti si possono permettere"
“La differenza tra caro e costoso? Caro si dice di un prodotto che non vale il prezzo che ha. Costoso si riferisce a qualcosa di eccellente che non tutti si possono permettere. È la stessa differenza che c’è tra una persona idiota e una intelligente: restano due esseri umani che, però, sono distanti anni luce”. Questa la risposta di Iginio Massari, affidata al “Corriere della Sera”, rispetto alle polemiche, soprattutto social, che si sono diffuse negli ultimi giorni visto il prezzo a cui il celebre pasticcere ha deciso di vendere le sue “chiacchiere” di Carnevale: 100 euro al Kg.
Un "processo certosino"
Il dolce tipico, che come confermato dallo stesso Massari nel punto vendita di Brescia già costava 100 euro al kg ben prima dei rincari che stanno riguardando i prodotti legati a questo periodo dell’anno, prevede nei laboratori delle pasticcerie dell’azienda un procedimento piuttosto laborioso. “Le stendiamo a macchina fino a uno spessore di 2 millimetri, poi le tiriamo a mano per renderle ancora più sottili: se le posa sopra il quadrante di un orologio, leggerà l’ora”, ha spiegato il Maestro. “Quindi le friggiamo in olio di alta qualità. Una volta fritte, le mettiamo in verticale affinché l’eventuale olio in surplus scivoli via. Un processo certosino che richiede l’attenzione di sei persone: una che tira la pasta, tre che la modellano e due che cuociono le chiacchiere man mano che vengono realizzate. Passaggio importantissimo per evitare che si arriccino”. Il costo delle “chiacchiere” è influenzato, tra l’altro, proprio dall’olio utilizzato. “Noi ne cambiamo 100 litri ogni due ore. Lo scartiamo quando gli iperossidi sono ancora lontani dal punto di ossidazione. In questo modo riusciamo a evitare che si formi la creolina, sostanza nociva per l’organismo”, ha spiegato ancora Massari. Si è trattato quindi di un’operazione di marketing, come qualcuno sui social ha voluto far intendere? “Certa gente, sconosciuta ai più, prova interesse per il nome Massari. E così si procaccia visibilità. Direi che la vera operazione di marketing è, piuttosto, questa”, ha concluso il Maestro.
