Tra collettivi e selfpublishing, sopravvivere da scrittore senza una grande casa editrice

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Ludovica Passeri

Ludovica Passeri

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Ne abbiamo parlato con Claudio Secci, fondatore di un gruppo organizzato di emergenti, e Sara Speciani, responsabile di Area Pro del Salone del Libro di Torino. Quali opportunità per chi può contare solo sulle proprie forze?

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In Italia si pubblicano sempre più libri (+1,3% nel 2023), ma i lettori sono piuttosto timidi: secondo l'Associazione italiana editori, si è abbassata la percentuale di chi legge con frequenza almeno settimanale. Fare lo scrittore di professione e consacrarsi esclusivamente all’attività creativa è un privilegio per pochi, pochissimi. “L'autore che pubblica il primo libro si trova spaesato, disorientato: troppa offerta, domanda ridotta ai minimi termini, e gli spazi per promuoversi sono limitati”, spiega a Sky TG24 Claudio Secci, informatico durante la settimana lavorativa e nel tempo libero autore di romanzi. Dal 2009 Secci scrive e pubblica almeno un libro all'anno, spaziando tra i generi. Conosce da vicino i problemi di chi esordisce e non ha alle spalle una grande casa editrice. Per questo nel 2018 ha ideato e fondato il Collettivo Scrittori Uniti

 

L'esercito di scrittori non di professione

“Siamo dei volontari. Da sei anni cerchiamo di creare delle occasioni di promozione gratuita per scrittori che si stanno affacciando sulla scena. Partecipiamo alle fiere e organizziamo anche esposizioni virtuali e contest online. L’obiettivo è tirare fuori dal cassetto i talenti nascosti, scoraggiati dalle difficoltà di questo mondo”. Tra i 400 autori di CSU, tanti professionisti che hanno cominciato come battitori liberi. C’è Iris Bonetti, di mestiere grafica, che dopo aver pubblicato due libri in self-publishing, “Empatia” e “Isolati”, è approdata alla casa editrice digitale Delos Digital con il suo ultimo thriller “Genesi del male”, e la ghostwriter Manuela Chiarottino che ha seguito un percorso simile alla sua compagna di collettivo. Chiarottino è autrice della dilogia de “La libreria delle storie rimaste” per More Stories, anch’esso editore specializzato in ebook.

 

Come funziona il Collettivo Scrittori Uniti

“Per fare parte di CSU è sufficiente andare sul nostro sito internet, leggere il regolamento e sottoporci un estratto di 10 pagine. Non c'è da pagare alcuna quota associativa”, spiega Secci. Il collettivo durante l’anno si riunisce per decidere a quali eventi letterari e festival partecipare. Dalle fiere alle sagre passando per congressi e feste di paese o qualsivoglia manifestazione che offra l’opportunità di allestire uno stand: gli scrittori uniti puntano a farsi conoscere senza snobismi. In queste ore si stanno preparando per “Libri in Valle” a Campodolcino, in provincia di Sondrio, una manifestazione alla cui nascita ha contribuito lo stesso collettivo. “Le piccole case editrici non hanno spesso le risorse economiche per partecipare ai grandi eventi, noi dividiamo il costo del tavolo per tutti gli autori in maniera equa senza rincaro. Tutto quello che eroghiamo come servizio è gratuito. Tendiamo a mettere in luce non solo il libro che ha alle spalle una casa editrice ma anche il libro self”, sottolinea Secci. L’Associazione italiana editori osserva con attenzione il mercato di libri autoprodotti per via della “sua crescente vitalità”. Ad accorgersene anche il Salone del Libro di Torino che a maggio ha ampliato l’area dedicata agli indipendenti, a cui già da diversi anni viene offerto un corso di formazione professionalizzante.

 

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“Il self-publishing è un fenomeno che sta esplodendo anche in Italia dove ci sono dei veri casi mediatici che poi sono accolti dagli editori, quindi il Salone ha lavorato per rappresentarli attraverso la Libreria dei Self Publisher. Le candidature per accedere a questo spazio sono state accuratamente selezionate. Quest'anno hanno partecipato 250 autori a fronte di 750 richiedenti”, afferma Sara Speciani responsabile dell’Area Pro del Salone, dedicata a tutta la filiera dei professionisti del libro, dai traduttori ai bibliotecari, fino agli ”indie” (gli autori indipendenti) e ai self.  Il progetto si è sviluppato negli ultimi anni. E già si pensa alla prossima edizione. “Nel 2025 non ci sarà un ampliamento in senso fisico, che già c'è stato, ma le novità non mancheranno: le selezioni quest’anno si aprono il primo di settembre, in grande anticipo rispetto agli anni scorsi. Questo perché vogliamo assicurarci che gli standard siano altissimi: non tutti i libri autopubblicati li rispettano”. Ma è su un altro fronte che la fiera torinese potenzierà il progetto. “Cercheremo di creare più occasioni di collaborazione tra i singoli autori, perché uno dei principali rischi del self-publishing è quello di trovarsi isolati e senza connessioni: rafforzare i legami e creare una comunità di scrittori che affrontano le stesse sfide è fondamentale”.

 

I consigli dell'esperta

Il consiglio di Sara Speciani è di approfittare delle occasioni di formazione all’interno delle fiere. Non solo il Salone del Libro, anche nel quadro della Bologna Children's Book Fair saranno organizzate due giornate di formazione sul self-publishing. “Gli autori self devono essere consapevoli dei propri limiti: se non si sa impaginare in modo preciso, se ci si rende conto di non essere in grado di effettuare una buona correzione di bozza e di non saper fare revisioni in modo professionale, è bene mettersi in discussione, facendo dei corsi o affidandosi a delle agenzie specializzate”. L’avvento della società digitale ha portato con sé nuove sfide: “Indicizzare bene il sito e la pagina web in cui si presenta il libro è un altro passaggio da effettuare con grande attenzione”. E non solo per gli ebook: “Anche un libro cartaceo deve essere opportunamente messo in luce su Internet. Essere esposto tra gli scaffali della libreria non basta”.

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