Giornata nazionale dello Sport, i dati sull'attività fisica in Italia

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Continua a essere alto nella Penisola il tasso di sedentarietà, soprattutto al Sud e nelle Isole. Secondo i dati del report “Gli Italiani e lo Sport”, poco più di un terzo della popolazione pratica sport in modo continuativo o saltuario, con differenze legate anche al genere e all’istruzione

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Oggi, 2 giugno, è la Giornata nazionale dello sport, dedicata a chi lo pratica e lo vive ogni giorno, che sia per passione, per star bene o per lavoro. Una ricorrenza, istituita 21 anni fa con la direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri del 27 novembre 2003, celebrata la prima domenica del mese di giugno, che quest’anno coincide con la Festa della Repubblica. Ma quanta attività fisica si fa in Italia?

Attività fisica: i numeri in Italia

Una stima in merito arriva dal recente report “Gli Italiani e lo Sport” realizzato dall'Osservatorio permanente sullo sport, spin-off di Fondazione SportCity, in collaborazione con Istat, Ibdo Foundation e Istituto Piepoli, e presentato a febbraio a Roma. I dati, riferiti al 2022, indicano che in Italia la quota di persone sedentarie, ovvero di coloro che hanno dichiarato di non svolgere né sport né attività fisica nel tempo libero, è pari a più di un terzo della popolazione. In una nota congiunta, gli autori del report hanno definito gli italiani un popolo di “sportivi da salotto”. I dati sulla sedentarietà sono ancora più alti al Sud e nelle isole. Nello specifico, i tassi più bassi sono stati registrati nelle province autonome di Trento (16,2%) e Bolzano (16,9%) e i più alti in Calabria (59,3%) e Sicilia (59,3%). Ma anche in altre Regioni del Sud più della metà della popolazione ha dichiarato di non praticare sport né attività fisica: Campania (55,1%), Puglia (54,8%) e Basilicata (53,7%). Inoltre, in Sicilia, Calabria e Puglia la graduale diminuzione della sedentarietà osservata nell’arco di 20 anni è stata annullata dall’incremento osservato nel 2022. I dati Istat, inoltre, confermano la presenza di disuguaglianze sociali, con differenze marcate rispetto al titolo di studio a tutte le età ed in particolare tra le persone adulte di 25-44 anni: nel 2022 la quota di persone con basso titolo di studio che non pratica sport o attività fisica è risultata essere oltre il doppio rispetto a quella di chi ha un titolo di studio più elevato (49,7% contro 17,9%). Inoltre, nell’arco temporale di venti anni (2001- 2021) la sedentarietà è diminuita in misura maggiore tra le persone con titolo di studio alto.

Un uomo spegne una sigaretta in un parco a Milano, 20 novembre 2020. Il Consiglio comunale di Milano ha approvato ieri il Regolamento per la qualità dell'aria che, tra le altre cose, introduce in città dal primo gennaio 2021 il divieto di fumare all'aperto tranne che in luoghi isolati. Dalle fermate dei mezzi pubblici ai parchi, fino ai cimiteri e alle strutture sportive, come gli stadi, sarà proibito fumare nel raggio di 10 metri da altre persone.
ANSA / MATTEO BAZZI

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Oltre un terzo della popolazione pratica sport

Dal report, è, inoltre emesso che nel 2022 gli italiani che hanno praticato sport nel tempo libero, in modo continuativo o saltuario, sono stati 19,9 milioni, ovvero più di un terzo della popolazione di età superiore a 3 anni. Nello specifico, lo sport in modo continuativo è stato praticato dal 26,3% della popolazione (15 milioni di italiani), mentre un ulteriore 8,3% ha dichiarato di svolgere una pratica sportiva in modo saltuario. Continuano, però, a persistere gap su diversi livelli: il genere (nel 2022 il 40,2% degli uomini ha praticato sport in modo continuativo o saltuario contro il 29,2% delle donne), il territorio (tra Nord-Est e Sud ci sono oltre 15 punti percentuali di differenza nella pratica sportiva), l’istruzione, e ancora disuguaglianze che riguardano il reddito e la famiglia.

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