Parigi, nell'atelier Fragonard per imparare a creare un profumo

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Chiara Piotto

Chiara Piotto

Per la nostra rubrica di lifestyle FLASH abbiamo partecipato a un atelier nel museo del profumiere francese Fragonard

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Sapevate che dal 1921, quando è stato messo sul mercato, al 2011 quando è stato superato da “J’adore” di Dior, “Chanel n° 5” è stato il profumo più venduto al mondo? E’ una delle ragioni per cui la Francia è considerata “la terra” del profumo, con due capitali a Parigi e a Grasse, in Provenza. 

 

Qui infatti i profumi sono diventati un prodotto commerciale, di lusso alla corte del Re Sole e poi sempre più popolare nel corso del 19esimo secolo, per poi industrializzarsi a inizio del 20esimo secolo. Fu negli anni ’20 che “Chanel n° 5”, appunto, fu creato per la casa d’alta moda con un metodo innovativo per l’epoca, che mescolava essenze sintetiche a quelle naturali, rendendo l’odore più duraturo. Innovativa fu anche la scelta delle note olfattive, più decise e audaci rispetto ai classici toni della rosa e del mughetto utilizzati fino ad allora per le donne “per bene”. 

 

Il museo del profumo Fragonard a Parigi

 

E’ nel museo di Fragonard, vicino all’Opéra Garnier a Parigi, che scopriamo come il profumo sia nato come unguento solido utilizzato nei riti religiosi, nell’Antico Egitto, per attraversare i secoli e diventare quello che è oggi: un settore che vale 50 miliardi di euro che vede la Francia primo Paese esportatore.

 

Fragonard è una casa di profumi francese a conduzione familiare, fondata in Provenza nel 1926. Il nome viene dal pittore Jean-Honoré Fragonard, noto cittadino di Grasse - dove venne aperta la prima fabbrica - lui stesso figlio di un profumiere. 

 

Oggi le tre eredi che portano avanti il business di famiglia hanno deciso di affiancare alla vendita di profumi anche un lato divulgativo e didattico, con l’apertura di un museo e di alcuni atelier di creazione del profumo nelle due sedi parigina e provenzale. 

 

Un atelier per imparare a fare un profumo

 

L’atelier a cui decidiamo di partecipare è della durata di mezz’ora (esiste un’alternativa più approfondita da un’ora e mezza, in compagnia di “un naso” dell’azienda). Scopriamo come ciascun profumo si componga di tre classi di note olfattive, secondo una schematizzazione introdotta nel 19esimo secolo. Le note di testa (le prime che sentiamo, solitamente più agrumate e fresche), di cuore (quelle che seguono, più fruttate o floreali) e di fondo (che resistono più a lungo e sono affini al cuoio, al legno, alle spezie). Mano a mano che il tempo passa, sentiamo quindi note diverse dello stesso profumo. Ecco perché miscelarle è la chiave di un profumo di successo. Mentre decidiamo come equilibrare le varie essenze, ci viene detto di non annusare direttamente il profumo perché si rischia di perdere i sensi (meglio usare i cartoncini!). Il procedimento lo potete vedere nel video in alto su questa pagina. Il risultato è una boccetta di profumo tascabile, da portare via con sé. Infine una curiosità: per fare un chilo di olio essenziale sono necessari 8 milioni di fiori di gelsomino (!). 

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