Il Premio Nobel per la Letteratura 1982, voleva che questo romanzo, a cui lavorò dal 2003 alla fine del 2004, fosse distrutto. Ne esitono cinque versioni numerate, nell’ultima datata 5 luglio 2004, Gabo scrisse: “Grande ok finale”
Letterariamente sono cent’anni quelli di solitudine che ci ha lasciato Gabriel Garcia Marquez, ma nella vita reale sono dieci quelli che ci separano dalla sua morte, che ha lasciato soli i suoi lettori. Ora il vuoto viene colmato con un romanzo, rimasto finora inedito, che il Premio Nobel per la Letteratura 1982, voleva fosse distrutto. Questo segreto lo svelano i figli, Rodrigo e Gonzalo García Barcha, nel prologo di “Ci vediamo in agosto” che arriva in libreria in tutto il mondo il 6 marzo 2024, nel giorno del compleanno dello scrittore colombiano, conosciuto con il soprannome Gabo, e nato nel 1927.
Al centro di un romanzo una donna
E ancora una volta questo autore prodigioso sorprende con la storia di una donna sposata di 46 anni, con due splendidi occhi dorati, che ogni anno, il 16 agosto, va su un'isola dei Caraibi per portare un mazzo di gladioli freschi sulla tomba della madre. In quel viaggio incontra, per la prima volta inaspettatamente e poi in un'inarrestabile catena, un amante nuovo e si scopre diversa da come gli altri la immaginano e lei stessa si vede. Un'esplorazione del desiderio e dell'amore esaltata anche in un interessante rispecchiamento, con un finale per nulla scontato.
L'amore il fulcro della sua produzione letteraria
L'autore di Cronaca di una morte annunciata, de L'amore ai tempi del colera, di Notizia di un sequestro, il massimo esponente del realismo magico che in tutti i suoi libri ha fatto dell'amore il tema principale qui si spinge dalla parte delle donne con una voce nuova. 'Ci vediamo in agosto' si chiude con quattro pagine in facsimile dell’ultima versione con le correzioni dello scrittore.
Le parole dei figli
“Ai tempi, sapevamo soltanto della sentenza finale di Gabo: 'Questo libro non funziona. Bisogna distruggerlo'. Non l'abbiamo distrutto, ma l'abbiamo messo da parte, nella speranza che il tempo decidesse cosa farne. Leggendolo ancora una volta a quasi dieci anni dalla sua morte abbiamo scoperto che il testo aveva moltissimi meriti di cui poter usufruire" dicono Rodrigo e Gonzalo García Barcha che nel libro riconoscono anche qualche imperfezione. Garcia Marquez lavorò su questo testo dal 2003 alla fine del 2004, quando la sua memoria cominciava a tradirlo fino ad abbandonarlo, con il progredire dell'Alzheimer, di cui si parlò ufficialmente nel 2012, due anni prima della sua morte. Cinque le versioni numerate del romanzo, nell’ultima datata 5 luglio 2004, Gabo scrisse: “Grande ok finale”.