"Nessun luogo è protetto dal male": Donatella Di Pietrantonio racconta "L'età fragile"
Lifestyle ©GettyLa scrittrice ambienta il suo nuovo romanzo in un paese vicino a Pescara, non lontano da un tratto di bosco nel quale si è consumato molti anni prima un delitto. E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice: "La nostra vita è condizionata da legami e traumi che, anche se ci sfiorano solamente, fanno di noi dei sopravvissuti"
Due donne, Lucia e Amanda, e soprattutto il rapporto con il nostro passato e con la nostra terra. È attorno a questi protagonisti che ruota "L’età fragile", l'ultimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi, pp. 192, euro 18) ambientato in un paese vicino a Pescara, non lontano da un tratto di bosco nel quale si è consumato molti anni prima un delitto e che trattiene a sé una ferita destinata ancora a bruciare.
"Nonostante sia accaduto molti anni prima, quel fatto tragico non è stato ancora elaborato dalle protagoniste del mio romanzo - racconta Di Pientrantonio durante 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - Anche perché è avvenuto in un territorio dalla natura meravigliosa, in un posto piccolo dall'aria buona, nel quale si fa fatica ad accettare che possa arrivare il male".
Ed è da qui che Di Pietrantonio tesse la sua trama narrativa, tutta incentrata su un aspetto a cui pensiamo relativamente poco: e cioè come la nostra identità si crei innanzitutto in base alla nostra capacità di reagire a ciò che ci accade attorno. "La nostra vita è condizionata da legami e traumi che, anche se ci sfiorano solamente come nel caso di Lucia, fanno di noi dei sopravvissuti - spiega in questa intervista - Disconfermando così il mito del luogo di nascita come ambiente protettivo e protetto in cui nulla di male può accadere".
L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.