
I 40 anni di Zerocalcare, dai fumetti alla Straight Edge: storia e carriera. FOTO
Michele Rech è uno dei più conosciuti e apprezzati fumettisti italiani, in grado di vincere il premio Gran Guinigi e arrivare secondo al Premio Strega giovani. Sia sulle sue tavole che in televisione, risalta sempre Roma, e in particolare Rebibbia, quartiere periferico della Capitale dove vive

I FUMETTI
- “Annamo a pijà er gelato?”. La frase di Secco, uno dei protagonisti della serie Netflix Strappare lungo i bordi è solo uno dei tanti tormentoni legati a Michele Rech, anche noto come Zerocalcare, che oggi compie 40 anni. Zerocalcare è ad oggi uno dei fumettisti italiani più conosciuti e apprezzati

IL NICKNAME
- Ma perché si chiama Zerocalcare? Come ha raccontato lui stesso, “mi serviva un nickname per partecipare a una discussione su un sito di controinformazione dove si litigava un sacco nel 2004”. In quel momento in tv c’era la pubblicità di un noto anticalcare “così ho messo quello e me lo sono tenuto”

IL RUOLO DI ROMA
- In tutte le sue opere è forte la presenza di Roma, città dove si è trasferito da adolescente, e in particolare il quartiere di Rebibbia, dove vive. La periferia che racconta in tutte le opere è uno spaccato caleidoscopico, lontano dalla visione dicotomica che spesso si trova in giro. “La riduzione de na complessità com’è quella dei quartieri nostri a questa dicotomia qua a me m’ammazza proprio, questa idea che magari nei posti ci stanno solamente o i boy-scout o i narcotrafficanti. In realtà le periferie so luoghi complessi”, ha dichiarato

IL MURALES
- Il legame tra Zerocalcare e Rebibbia è incastonato da un murales di 60 metri quadri presente all’uscita della fermata metro e divenuto, dopo il restauro di luglio 2023, il primo murales ecosostenibile che trasforma l’inquinamento in molecole di sale. “Fettuccia di paradiso tra la Tiburtina e la Nomentana, terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori grandi. Qui ci manca tutto, non ci serve niente”, è scritto accanto. Ma perché il mammuth? Negli anni Ottanta furono rinvenuti nell’area di Casal de’ Pazzi diverse zanne dell’antico animale

LO STILE
- Molto nota è anche la filosofia Straight Edge, che Zerocalcare abbraccia da anni e che predica l'assoluta astensione da alcool, fumo, droghe e sesso occasionale. La visione Straight Edge nasce negli anni Ottanta negli ambienti hardcore punk e il suo ideatore è Ian MacKaye, membro del Minor Threat: non a caso il nome è preso da uno dei loro brani

LE OPERE
- Sono tantissimi i fumetti prodotti, sin dal primo, quando ancora frequentava il liceo Chateaubriand di Roma, dedicato agli scontri del G8 di Genova. Tra i più importanti si segnalano La profezia dell’armadillo (2011); Ogni maledetto lunedì su due (2013) e No Sleep Till Shengal (2022). Tra le opere televisive c'è "Rebibbia quarantine", per il programma LA7 "Propaganda Live", e le due serie per Netflix

LA NOMINATION AL PREMIO STREGA
- Zerocalcare vanta anche una candidatura al premio Strega, nel 2015, per Dimentica il mio nome: è stato il secondo fumettista in assoluto a riceverla dopo Gipi l’anno precedente. È stato escluso dalla cinquina finale, ma, in compenso, è arrivato secondo al Premio Strega Giovani

IL VIAGGIO
- Tra i fumetti più belli realizzati da Zerocalcare si segnala Kobane Calling, nato come tavole realizzate per la rivista Internazionale sul viaggio intrapreso alla volta di Kobane, una città curda della regione del Rojave, in Siria, che lottava per l’indipendenza contro le milizie dello Stato Islamico

LUCCA COMICS
- Diverse anche le partecipazioni a Lucca Comics, la rassegna più importante d’Italia dedicata al fumetto e all’animazione, con i fan che lo assediano per ore alla ricerca di una dedica o di un suo schizzo originale. Nel 2012 ha vinto il Gran Guinigi, premio conferito durante la rassegna al miglior fumetto, per Un polpo alla gola, dove il protagonista è lui stesso nelle diverse fasi della sua vita

IL CASO
- Di recente ha suscitato scalpore la sua scelta di non andare al Lucca Comics 2023 patrocinato dall'ambasciata di Israele. “Senza troppi giri di parole: purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics rappresenta un problema. A Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno se saranno vive il giorno dopo e mentre le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito”, ha scritto. Una scelta che ha fatto molto discutere