Colui che ascoltava nel buio, un horror tra racconto e fumetto
LifestyleL'opera di Algernon Blackwood viene riadattata dal disegnatore cagliaritano Daniele Serra. Il risultato è un affascinante ibrido tra medium ricco di suspense e stupore
Un ibrido tra racconto e fumetto, una creatura narrativa particolare per un racconto molto particolare. Colui che ascoltava nel buio è uno dei primi racconti di Algernon Blackwood, scrittore horror britannico vissuto a cavallo tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX. Una storia cupa e intrisa di mistero, venata da un pericolo quasi impalpabile eppure nettamente percepibile, che gioca con i temi della psichiatria, dello spiritismo e della malattia del corpo.
Un illustratore horror di caratura internazionale
A riadattarlo per Fanucci Editore (cartonato, 96 pagine, 22 euro) in un formato nuovo e particolare è Daniele Serra, illustratore cagliaritano con una lunga esperienza nell’horror (ha disegnato copertine per Stephen King, collaborato a lungo con Clive Barker, ed è stato recentemente premiato a Etna Comics col Coco al miglior Libro per il fumetto Murder Ballads realizzato insieme a Micol Beltramini). Il risultato è appunto un’opera mista, tra la narrativa classica illustrata e il fumetto puro, capace di coinvolgere il lettore amplificando le atmosfere cupe dell’opera di Blackwood.
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Colui che ascoltava nel buio, la trama
Colui che ascoltava nel buio racconta la storia di un giornalista che, alla ricerca di un alloggio economico nella Londra vittoriana si ritrova ad abitare in un appartamento il cui affitto è fin troppo basso per il mercato della capitale inglese. Man mano che i giorni passano, l’uomo raccoglie nel suo diario impressioni di un disagio che si fa sempre più forte e cronache di incubi che sempre più vividi e concreti, scoprendo di non essere così solo come pensava e di avere invece un coinquilino decisamente misterioso al piano di sopra.
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Tra fantasmi e malattia
Colui che ascoltava nel buio è una storia di fantasmi, di angosce personali, di malattia mentale e fisica. Serra fa un lavoro complesso scegliendo di recuperare buona parte del testo originario accompagnandolo con le sue illustrazioni e adattarne un’altra parte in forma di fumetto. Le magnifiche illustrazioni del disegnatore sardo calzano perfettamente sullo stile di un racconto dall’eco profondamente poeiana. Persino la scelta di una colorazione sostanzialmente bicromatica, che oscilla tra toni di blu e di rosso, con variazioni ocra, è perfettamente funzionale alla resa delle atmosfere del racconto.
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Un finale a fumetti
In un volume che lascia grande spazio alle parole di Blackwood, Serra sceglie però di concludere con cinque pagine a fumetti (il segmento illustrato più lungo di tutto il libro) e un’ultima pagina completamente bianca con un solo virgolettato, quello conclusivo, che svela il mistero colpendo in pieno volto protagonista e lettore. Una scelta a effetto che certamente premia e valorizza l’opera originaria creando un climax di suspense che tocca il suo apice proprio in quell’ultimo virgolettato.