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Lucca Comics 2022, John Romita Jr a Sky TG24: Spider-Man è eterno

Lifestyle

Cristian Paolini

La star del fumetto americano riprende il filo interrotto alle matite dell’Arrampicamuri, rivela il desiderio di cimentarsi in futuro con lo Stregone Supremo dell’universo Marvel e si racconta a 360° in occasione della kermesse toscana di cui è stato ospite d’onore

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John Romita Jr non è solo uno dei più illustri autori di comics americani, ma una vera e propria rockstar della porta accanto. A 66 anni ci accoglie all’interno dello stand Panini a Lucca Comics and Games con una maglietta attillata che mette in evidenza i bicipiti, una serie di piercing al lobo e un sorriso accattivante, per trasportarci in un baleno all’interno del suo immaginifico mondo. Non occorre alzare il volume, le note sono chiare e precise, come il suo tratto che ha segnato alcuni dei capitoli più importanti della storia dei fumetti di supereroi, da Daredevil a Spiderman, passando per la sua indimenticabile interpretazione di Punisher. La nostra chiacchierata diventa una playlist da gustare tutta d’un fiato, con una bonus track finale a sorpresa e la sua New York sempre sulla sfondo. Si parte però dal vecchio amore appena ritrovato dal disegnatore, ospite d’onore della kermesse toscana per celebrare i 60 anni di Spider-Man, ma soprattutto per il suo ritorno alle matite dell’amichevole ragnetto di quartiere.

Il volume The Marvel Art of John Romita Jr.

Con 60 anni di vita editoriale Spider-Man è ancora un personaggio attuale?
Più che attuale. Peter Parker non è Superman che è un supereroe per i suoi poteri. Peter è prima di tutto umano e quindi imperfetto, come tutti noi. I poteri non lo aiutano a risolvere i suoi problemi, e questo ce lo fa sentire sempre vicino. Credo sia la parte più interessante questa.

Come è stato tornare a lavorare su di lui?
Molte volte mi chiedo come sarebbe stato se non avessi mai abbandonato il personaggio, cosa avrei fatto con lui, e non so darmi una risposta. Sono semplicemente tornato a fare con lui quello che facevo prima, forse meglio perché ora ho una maggiore esperienza.

Le storie più belle che ha disegnato di Spidey?
Sicuramente quella dell’11 Settembre è la più importante. Ma anche la più dolorosa, non sono più riuscito a rileggerla. Per il resto ho amato il ciclo di storie realizzate con Michael Straczynski. Ma mi sono trovato bene con tutti. Con Howard Chaykin, Frank Miller e John Byrne ad esempio. Loro sanno cosa aspettarsi da me e basta davvero poco per entrare in sintonia, e per iniziare a divertirmi. 

E la storia che vorrebbe disegnare?
E’ un progetto che non riguarda il mondo dei supereroi, ma la mia famiglia e la mia città, New York. È una crime story con protagonisti due tipi poco raccomandabili dei quali da ragazzo sentivo favoleggiare da mio padre: Schmuggy e Bimbo. Non hanno mai ucciso nessuno, ma non per questo non potevano non intimorirti con un solo sguardo. Uno era alto e grosso, l’altro piccolo e nervoso. Un po’ come Colosso degli X-Men e Wolverine a spasso per le strade della Grande Mela degli anni ’70. È una miniserie in 5 numeri da 22 pagine in bianco e nero.

Tornando ai supereroi qual è il personaggio su cui vorrebbe lavorare in futuro?
Detto che al momento sono su Spider-Man e spero di lavorarci per altri 60 anni, mi piace molto l’idea di fare qualcosa su Doctor Strange. Ho già un’idea per lui veramente e per tutto il suo mondo, quello degli stregoni supremi.

Guarda caso anche lui vive a New York…
Già, non ci avevo pensato!