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Missiroli: “Scrivere è un azzardo in cui conta anche la segretezza”

Lifestyle

Filippo Maria Battaglia

©IPA/Fotogramma

Lo scrittore torna in libreria con "Avere tutto", un romanzo con protagonista un giocatore di poker. E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice:"Quelli che raccontano che stanno scrivendo un libro è come se aprissero il rullino della macchina fotografica al sole, esponendo la scrittura alla sua fragilità"

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“Dove vorresti essere con un milione di euro in più e parecchi anni in meno?”. È questa la domanda che la casa editrice Einaudi ha scelto per presentare “Avere tutto”, l’ultimo romanzo di Marco Missiroli.  "Una domanda che, se posta a bruciapelo, prende tutti di sorpresa", racconta Missiroli nella nuova puntata di 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24, "ma che in verità si rivela presto un trabocchetto in grado di svelare i buchi e le paure esistenziali di ciascuno di noi. Può sembrare una questione golosa, in verità è una questione ferente, capace di stanare i nostri timori".

L'importanza della segretezza nella scrittura

Nel romanzo, a porsi (e a porre) quella domanda è  Sandro, un copywriter con la passione per il poker che torna a casa per affrontare la partita finale con la sua famiglia e con il padre Nando. Nell'intervista, Missiroli affronta molti degli spunti offerti dal libro: dall'importanza degli oggetti in un racconto ("Le cose trovate nelle mie tasche hanno svelato di me  più di quanto io stesso potessi immaginare"), al parallelo tra l'azzardo del gioco e quello, più ultimativo e compromissorio, della scrittura, fino all'importanza della segretezza nella gestazione di un romanzo.

"Quelli che raccontano che stanno scrivendo un libro, quelli che raccontano che hanno appena scritto il primo capitolo, quelli che leggono o addirittura fanno leggere i primi capitoli è come se aprissero il rullino della macchina fotografica al sole, esponendo la scrittura alla sua fragilità", commenta Missiroli, prima di aggiungere: "Se pensi che la pubblicità tu la debba associare alla scrittura, beh vuol dire che hai sbagliato proprio mestiere".