Pericoli: “Sfuggente e ambiguo, ecco il mio Kafka disegnato grazie al genio di Giacometti”
LifestyleIl pittore e disegnatore firma un'edizione illustrata di "Un digiunatore" del grande scrittore boemo. E durante "Incipit", la nostra rubrica di libri, racconta: "Mi ero ripromesso di non mettere le mani su quel testo. Fino a quando non mi sono ritrovato in mezzo alle sculture dell'artista svizzero che sembrano compresse dal peso dell'aria che le avvolge"
Si può tradurre un testo in disegni, e soprattutto come lo si può fare, specie se quel testo è uno dei racconti più ambigui e interpretati dell’ultimo secolo? E' da questa domanda che muove la nuova puntata di "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24. Ospite, uno dei più noti e apprezzati pittori e disegnatori italiani, Tullio Pericoli, che per Adelphi ha deciso di tradurre in immagini - o meglio: di riscrivere attraverso disegni - uno dei racconti più famosi, densi ed enigmatici di Franz Kafka, “Il digiunatore”.
Ne è protagonista un artista che di mestiere fa il digiunatore e che, dopo aver girato di piazza in piazza, assiste al declino della sua arte, di cui pure non riesce a fare a meno, prima di morire di inedia nell’indifferenza generale.
"Si sa bene com’è Kafka, e come lui i suoi personaggi: sfuggenti. Non sanno o non vogliono rivelarsi", osserva Pericoli, prima di aggiungere in questa intervista come la "sua narrazione sia sempre ambigua: ci fa credere dopo venti pagine di aver afferrato il personaggio di cui si sta parlando, epperò subito dopo c'è una frase, una parola, a volte anche solo una virgola, che ti fa ricredere completamente su ciò che hai pensato fino a quel momento".
L'incontro con Giacometti
La stessa definizione di 'artista' - nota sempre Pericoli - con cui pure è stato identificato il protagonista di questo racconto in diverse traduzioni, rischia di apparire sfocata e poco attagliata. "Kafka vuole parlare solo di qualcuno che dedica la propria vita a qualcosa, totalmente, giorno e notte. Di 'artisti' di questo genere ce ne sono molti: scalatori, giocatori di scacchi, velisti e si potrebbe a lungo continuare".
Anche per questo, osserva il pittore, "mi ero quasi ripromesso di non mettere le mani su quel testo. Fino a quando, durante una mostra a Parigi, non mi sono imbattuto in alcune sculture di Alberto Giacometti. E così, improvvisamente, mi sono reso conto che in realtà questo grande artista non ha fatto che scolpire 'digiunatori': figure cioè compresse dal peso dell'aria che le avvolge". La storia di questo libro, conclude Pericoli, è nata così. Ed è da qui che origina il suo principale merito: riuscire a cristallizzare la sfuggente ambiguità di un racconto in grado ancora oggi di interrogare e di perturbare.