Dylan Dog, in edicola Groucho visto da quattro grandi autori

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Gabriele Lippi

Esce sabato 6 agosto Groucho Quarto, il Color Fest con le storie scritte e disegnate da Zerocalcare, Maicol&Mirco, Marco B. Bucci e Jacopo Camagni. Ecco cosa ci troverete dentro

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Se il successo di una lunga serie è spesso legato anche alla popolarità dei personaggi secondari. Dylan Dog non fa certo eccezione. Sì, l’indagatore dell’incubo, circondato dai suoi e dai nostri mostri, è il protagonista indiscusso dei fumetti creati da Tiziano Sclavi nel 1986, ma se non avesse al suo fianco l’inseparabile Groucho, forse, non sarebbe altrettanto amato.

Così, Groucho, da aiutante e attore non protagonista, si prende il centro della scena nel prossimo Color Fest, in uscita in edicola sabato 6 agosto. Una raccolta di tre storie per 96 pagine complessive al prezzo di 5,90 euro, realizzate da un quartetto di autori di primissimo piano: Zerocalcare, Maicol&Mirco, il duo composto da Marco B. Bucci e Jacopo Camagni.

Lo sbucciacipolle

La prima storia della breve raccolta si intitola Lo sbucciacipolle ed è affidata a penna e matite di Zerocalcare. Il titolo ricalca una battuta che l’autore di Rebibbia mette in bocca a Groucho, impegnato a sostituire Dylan Dog in uno spinoso caso che vede arrivare fino a Londra, in cerca di aiuto, un gruppo di ragazzi romani. Cosa è successo ai due giovani che hanno perso la loro pelle e da qualche giorno stanno chiusi in sé stessi, terrorizzati dai loro stessi demoni? Lo stile di disegno di Zerocalcare si adatta bene al tenore di una storia che mescola sapientemente gli stilemi del suo fumetto e di quello di Sclavi. Una storia in cui, ancora una volta, il mostro è molto spesso così vicino a noi da insidiarsi dentro le nostre teste, tra le nostre insicurezze e le maschere che mettiamo per dissimularle.

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Papà sto male

La seconda storia, realizzata da Maicol&Mirco, ha come titolo Papà sto male. Groucho è ritratto bambino, nello stile personalissimo degli Scarabocchi, alle prese con un papà che ne adora lo spirito e fa di tutto per convincerlo del suo talento di umorista. Fino al punto di ridere persino quando il piccolo Groucho manifesta disagio e dolore, persino quando piange, soprattutto quando piange. Ed è qui che emerge quella sensibilità intrinseca, nascosta sotto uno strato spesso di cinismo, tipica di Maicol&Mirco. Perché Groucho ha un padre fragile, consapevole dei suoi limiti, costretto a vivere col senso di colpa di non riuscire a dare a suo figlio ciò che meriterebbe. E in qualche modo Groucho sembra trascinarsi queste “daddy issues” anche da adulto, quando a Dylan ripete la stessa barzelletta che aveva promesso di raccontare al papà salutandolo mentre andava al lavoro.

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Gro-Uk-Oh il Distruttore

L’ultima storia del trio è senza dubbio altrettanto audace. Splendidamente disegnata da Jacopo Camagni e sceneggiata da Marco B. Bucci (per intenderci, parliamo della premiata – letteralmente – ditta di Nomen Omen, che abbiamo intervistato qui), Gro-Uk-Oh il Distruttore rappresenta una origin story decisamente sui generis del personaggio di Groucho. Tramite i due autori, scopriamo che l’aiutante di Dylan Dog è stato in passato un Cimmero, esattamente come Conan, il più celebre barbaro nella storia dei fumetti, e ha combattuto mille sanguinose battaglie prima che un potente stregone rivale lo condannasse a un’eternità da servo, levandogli i muscoli, e le donne. Senza sapere che, proprio in questo modo, gli avrebbe fornito la sua arma più potente, l'ironia.

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