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La letteratura nasce anche dall’aneddoto e il talento di Vjazemskij ce lo dimostra

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Filippo Maria Battaglia

La casa editrice Adelphi pubblica per la prima volta in Italia "Briciole della vita", un'antologia tratta dai taccuini di un grande scrittore dell'Ottocento russo, in Italia finora incredibilmente ignorato. L'intervista alla curatrice, Serena Vitale

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Accanto all’epica, ai romanzi corali, alle saghe familiari esiste anche un’altra letteratura: ruota attorno all’aneddoto e al dettaglio e sfida la contingenza, cristalizzandosi in frammenti in grado di durare nel tempo. “Briciole della vita” di Pëtr Andreevič Vjazemskij, che la casa editrice Adelphi ha portato per la prima volta in libreria per le cure di Serena Vitale (pp. 208, 14 euro), fa parte esattamente di questo tipo di letteratura.

"È quella che i francesi chiamerebbero la 'petit histoire' - racconta Vitale durante 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - Una storia ricca di personaggi quasi come spiati dal buco della serratura, o folgorati attraverso il racconto di piccoli aneddoti, a volte ridicoli ma sempre fissati sulla carta dal talento di un grande scrittore finora incredibilmente ignorato”.

L'importanza della sintesi e della traduzione

Nell'intervista, Vitale ricorda il talento di Vjazemskij attraverso le sue amicizie (a cominciare dal sodalizio con Puškin) e il suo rapporto con il potere ("le onorificenze - scrive il principe - assomigliano alle malattie esantematiche. Se non le prendi da bambino rischi di buscartele in vecchiaia con tutte le conseguenze"). 

E, ancora, si sofferma sull'importanza della sintesi e di una buona traduzione, a partire da ciò che annota lo stesso principe in uno dei suoi taccuini: "Spesso vediamo libri presentati come ‘nuova edizione riveduta e ampliata’", osserva due secoli fa, prima di domandarsi: "Vedremo mai una ‘nuova edizione riveduta e abbreviata’?". 

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