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Petrignani: “Da Ginzburg a Morante, vi racconto le signore della scrittura del '900”

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Filippo Maria Battaglia

Natalia Ginzburg ed Elsa Morante: particolare di copertina del libro "Le signore della scrittura" di Sandra Petrignani

A quasi quarant'anni dalla prima edizione, la casa editrice "La Tartaruga" riporta in libreria una raccolta di interviste alle grandi scrittrici del secondo dopoguerra italiano. La sua autrice a Sky TG24: "Da allora ciò che non è cambiato è l'assenza di riconoscimento da parte dell'universo maschile"  

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C'è Alba de Céspedes, che ricorda come "lo stile sia tutto" e come nella scrittura serva "limare all’infinito". C'è Lalla Romano che osserva come "il facile in partenza sia segno di sciocchezza, di superficialità" e che non è il facile ma il chiaro a essere importante "perché non esclude l’ambiguità, la sottigliezza”. E poi ci sono Paola Masino e Fausta Cialente, Livia De Stefani e Maria Bellonci, Anna Banti, Anna Maria Ortese e Laudomia Bonanni.

A metà anni Ottanta Sandra Petrignani decide di intervistare le scrittrici italiane più apprezzate. Ne nascono nove interviste (a cui se ne aggiungono altre due, sui generis, a Natalia Ginzburg ed Elsa Morante) che finiscono dentro un libro, "Le signore della scrittura", pubblicate nel 1984 dalla Tartaruga.

Da qualche settimana, quel libro è tornato in libreria in una edizione aggiornata e la sua lettura offre più di un'opportunità di analisi. Innanzitutto, perché è il ritratto di un interno che ci restituisce molti dei pregiudizi e delle idiosincrasie nei confronti delle autrici del secondo Novecento. E soprattutto perché ci dà la possibilità di sperimentarne l'intensità (e a volte anche l'inattesa attualità) grazie ai singoli, e assai definiti, punti di vista, che sono poi quelli delle grandi autrici del nostro Novecento.

"Le cose, rispetto ad allora, sono cambiate parecchio - racconta Petrignani durante 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - Oggi le scrittrici sono tante, sono apprezzate, vincono premi, hanno un grande pubblico. Ciò che purtroppo non è mutato è quell'assenza di riconoscimento da parte dell'universo maschile che già lamentavano le autrici che ho intervistato quarant'anni fa".  

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