Flash/Zagor - La scure e il Fulmine, Masi e Uzzeo: Il nostro faro è stato il divertimento

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Gabriele Lippi

In fumetteria e libreria, dal 10 marzo, l'incontro tra il velocista scarlatto di casa DC e Lo Spirito con la Scure creato da Guido Nolitta. Una storia divertente, visivamente appagante, sorprendentemente coerente. L'intervista ai due sceneggiatori

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Uno strano evento interdimensionale unisce Darkwood e Central City, le patrie di Zagor e Flash, facendo incontrare i due eroi in un'avventura da vivere tutta di corsa. Flash/Zagor - La Scure e il Fulmine (Sergio Bonelli Editore, 160 pagine, 24 euro) è il primo dei team-up DC Comics-Bonelli a dare alla luce una storia completa e originale. E per quanto inizialmente potesse sembrare un'idea folle, funziona alla grande. Merito di uno studio approfondito e della scrittura puntuale di Giovanni Masi e Mauro Uzzeo, dei disegni straordinari di Davide Gianfelice, dei colori precisi e vivaci di Adele Matera e Luca Saponti. Un piccolo gioiello, una chicca per i fan dei due eroi protagonisti ma anche, perché no, un buon modo per avvicinarsi a entrambi e farsi venire voglia di riscoprirne le avventure. Giovanni Masi e Mauro Uzzeo hanno raccontato la genesi e i segreti dell'opera in questa intervista al sito di Sky TG24.

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Come nasce l’idea di unire due universi narrativi ed editoriali così distanti?
Giovanni Masi: L’idea nasce in redazione, non so bene a chi. Noi la veniamo a scoprire a Lucca quando viene dato l’annuncio, e la prima reazione è quella da lettori: “e ora come lo fanno?”. Poi hanno chiamato noi a lavorare sul progetto e quella che sembrava la più strampalata delle idee si è rivelata quella su cui ci siamo divertiti di più come autori. E speriamo sia così anche per i lettori.
Mauro Uzzeo: All’inizio avevamo solo una locandina con sopra il simbolo di Flash e quello di Zagor, poi è arrivata telefonata. Al netto dell’onore, la prima cosa su cui ci siamo interrogati è stata “e adesso? Come la creiamo una storia che sulla carta sembra bizzarra, un gioco?”.

E come avete fatto?
MU: Ci siamo imposti una regola: niente scorciatoie, non doveva essere un Elseworld, una realtà alternativa in cui per esempio Flash fosse nato nel Far West. Doveva essere una storia di Flash e una storia di Zagor e dovevamo trovare all’interno delle due serie tutti gli elementi che potevano portare a questo incontro. Io ho recuperato tutte le storie di Flash dall’86 in poi, dopo Crisi sulle Terre Infinite. Giovanni tutte quelle di Zagor che ancora non aveva letto. I primi mesi li abbiamo passati così, a studiare segnando tutto ciò che ci sembrava buono per trovare i punti in comune.

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Eccoci qui, allora. Quali sono questi punti in comune?
MU: Sono moltissimi. La prima cosa a cui abbiamo pensato è cosa si sarebbero detti se si fossero trovati seduti attorno al fuoco. Abbiamo usato come faro una vecchia storia di Geoff Johns in cui si vede Superman che vola e in didascalia Barry Allen dice “Superman vola troppo alto”; si vede Batman nelle fogne e dice “Batman si muove tra le ombre della notte”; si vede Wonder Woman all'Onu e dice “Wonder Woman parla con gente troppo lontana da noi”. Poi si vede Flash e Barry dice: “E io? Io corro tra la gente”. Lo stesso fatto che la run di Flash più famosa di Waid si chiami Born to run ci ha fatto pensare che Flash è il Bruce Springsteen dei fumetti. E Zagor è esattamente questo, percorre a piedi l’America con Cico, una vita costellata dai raduni dei suoi amici trapper e i saloon, è un eroe del popolo anche lui. Poi mettici che entrambi indossano una casacca rossa con un simbolo giallo al centro e hanno una origin story particolare: condividono la perdita dei genitori, come molti altri, ma loro hanno una cosa in comune: entrambi hanno perso la madre per colpe fatte ricadere sui padri. Per molto tempo a Barry viene fatto credere che il padre abbia ucciso la madre, Zagor è a lungo convinto che il padre abbia scatenato una carneficina che ha poi portato alla morte della madre. Sono poi entrambi eroi puri della Silver Age che combattono contro nemici bizzarri.
GM: Una delle cose che abbiamo trovato è che sono due personaggi che sorridono. Prendi Batman, per esempio, sempre triste e musone. Flash, soprattutto da Mark Waid in poi, è il supereroe della gente è quello che ti salva e ti porta la pizza. E sorride, è sempre molto attento alle persone, è molto vicino a loro. Stessa cosa Zagor, ha momenti comici, è molto più solare di un personaggio per esempio tipo Tex o Dylan Dog. Qui abbiamo capito che nel loro rapporto potessero essere molto più aperti rispetto ad altri. Hanno una missione molto simile e da qui siamo partiti. Poteri, nemici, tutto il resto è arrivato dopo. All'inizio avevamo un po’ di incertezza quando siamo stati contattati. Eravamo sì gli uomini più felici sulla terra ma un po’ di ansia sul fatto che potessero non funzionare bene insieme c’era, all’inizio. Ci siamo sciolti quando abbiamo visto le tavole di Davide Gianfelice. E abbiamo alzato il volume al massimo.

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E giusto per complicarvi un po' la vita, avete deciso di mettere dentro una storia di 148 pagine la galleria completa dei villain di entrambi i protagonisti. Chi ve l'ha fatto fare?
GM: E però sono fighi sulla pagina?

Sì, fighissimi!
GM: Ecco cosa ce l’ha fatto fare, gente come te che ci dice che sono bellissimi. Io e Mauro adoriamo le rispettive gallery dei cattivi. Spesso si parla dei cattivi di Batman, ma niente può battere Captain Boomerang o Iron Man, sono così sopra le righe. Ci dispiaceva non mostrarli tutti. Una volta deciso che Hellingen e Grodd erano i migliori per incontrarsi sulla tavola, volevamo presentare tutti gli altri. La gallery dei cattivi è importante per un supereroe, e quelle di Flash e Zagor sono un po’ sottovalutate. Un'altra cosa prioritaria per noi era mettere il Flash Museum e lo abbiamo fatto.
MU: Alla base c’era la domanda “ma quando ci ricapita?”. Perché quando ci hanno chiesto di fare questo fumetto abbiamo avuto l'onore di essere i primi italiani a scrivere una storia di Flash. Non volevamo avere rimpianti, volevamo fare la storia definitiva su questo crossover, sapendo che di sicuro avevamo solo questo shot e non potevamo sbagliare. Per prima cosa abbiamo individuato in Hellingen e Grood i personaggi ideali per far confluire questi due universi: sono entrambi due scienziati geniali e hanno tanti punti in comune, Grodd è violentissimo ma allo stesso tempo è l'essere più intelligente sulla terra. Ma per noi era inipotizzabile non mettere l’Antiflash. E allo stesso modo Thunderman è un cattivo incredibile e lo volevamo sfruttare. Su Zagor c’è l’impronta di Galliano Ferri e difficilmente in Italia si fa un restyling dei personaggi, Thunderman è rimasto semore lo stesso da allora, questa era l’occasione perfetta per noi di modificarlo e dargli un aspetto un po’ più estremo giustificato anche dalla trama. Ma poi quanto sono belli e quanto vengono valorizzati dai disegni di Davide.

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Qual è stata la parte più divertente?
GM:
Per me i due cattivoni.
MU: Lo avrei detto. Mentre facevi la domanda mi dicevo “non so se Giovanni lo dirà, ma io l’ho visto divertirsi da matti mentre scriveva di Hellingen e Grodd”.
GM: Sì, io mi diverto a scrivere i cattivi, loro due sono bellissimi.
MU: A me ha divertito che l’innesco della storia venga da un bambino. Non volevamo perdere un obiettivo: noi avevamo iniziato a leggere questi fumetti che avevamo tra i 6 e i 10 anni. Con Giovanni ci siamo detti che se oggi un ragazzino prende in mano questa storia si deve innamorare di questi personaggi, perché anche se continui a leggerli pure superati i 40, i supereroi nascono per far divertire i ragazzini. Non volevamo perdere di vista questa cosa, volevamo divertirci noi ma fomentare tantissimo i ragazzini che lo avrebbero letto. Allo stesso modo mi è piaciuto puntare l’attenzione su Darkwood come crocevia di generi narrativi evidenziando quanto questa fosse la concezione più geniale di Sergio Bonelli. Poi ci sono anche dei momenti singoli che ho amato: Flash e l’Antiflash che si rincorrono risalendo la cascata, o citare l’invenzione di Titan di Hellingen mettendo insieme King Kong – come richiamo alla natura di Grodd – e Titan. Tra l'altro tutta la storia è ambientata nell’Isola del Teschio che è dove si svolge il King Kong del '33. In qualche modo avevamo avvisato il lettore. E poi ci ha divertito moltissimo vedere Flash e Zagor disegnati nelle stesse vignette da Davide.

Ok, quando vi hanno chiesto di scrivere questa storia vi hanno detto che era una one shot. Però il vostro finale è abbastanza aperto, non c'è un punto fermo ma dei puntini di sospensione...
MU: E se guardi, alla fine, in piccolo, c’è scritto: vi prego, fatecene scrivere altri 100
GM: Sulla quarta di copertina, al contrario, con l'inchiostro simpatico, puoi leggere: vi prego, fatecene fare un altro.

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Lo avete già detto più di una volta, parliamo di quanto sono belli i disegni di Davide Gianfelice.
MU:
Siamo stati fortunati. Carmine Di Giandomenico è probabilmente il disegnatore italiano con più esperienza su Flash, ma ne ha un po’ meno Bonelli. Davide invece ha già disegnato Flash e ha esperienza sulle testate Bonelli avendo lavorato su Orfani e K-11, e secondo noi era perfetto per unire questi due mondi. Flash è difficilissimo da disegnare. Prendi Batman, è così iconico che basta una linea, una sintesi, e hai capito che è Batman. Flash invece ha come marchio di fabbrica gli effetti speciali. C'è stato anche un grande studio sui colori perché in Flash hanno funzione narrativa. È un fumetto che se lo vuoi fare bene deve essere un blockbuster su carta.
GM: Sui colori ci avevano avvisati: occhio che DC li guarderà tantissimo, non fate cavolate. Adele Matera e Luca Saponti non ne hanno fatte, anzi, è stato bravissimo. E dall'America sono arrivati solo complimenti.

Una delle sensazioni migliori che ho provato leggendo La Scure e Il Fulmine è quella di trovarmi davanti a un bel fumetto, scritto e disegnato bene, ma allo stesso tempo di avere tra le mani un gioco divertentissimo. E alla fine forse è la cosa migliore che possiamo chiedere a un fumetto, quella di divertirci.
GM:
Con due personaggi come quelli non puoi non divertirti. Con Mauro all’inizio ci siamo fatti delle domande su che strada prendere, se andare più su una storia autoriale o un Elseworld, ma ci sembravano sempre cose molto forzate. Non perché fossero sbagliate di per sé, ma perché con quei personaggi quello che ci sembrava giusto era raccontare una buona storia di Flash e una buona storia di Zagor. La prima cosa che volevamo era che la gente si divertisse. Tutto quello che facciamo è più legato a un gusto del racconto che ai metalinguaggi, anche se ne abbiamo usati moltissimi. Ci siamo messi in testa che dovevamo usare tutte le regole di Zagor e di Flash, ma prima di ogni cosa veniva il divertimento, poi la storia bella, infine la tecnica per realizzarla.
MU: Anche perché se con Zagor e Flash non ti diverti, significa che abbiamo fallito tutto. Questo era il nostro faro, poi potevamo giocare su altri livelli ma l’obiettivo era il divertimento. Per noi era importante anche il fatto che in un team-up all’inizio si crei il fraintendimento che dà origine a un litigio, per cui i due eroi si combattono e solo dopo si riuniscono. L’idea era ricreare quella sensazione che hai provato da ragazzino quando hai scoperto che esisteva Superman contro l’Uomo Ragno. Certo, poi bisognava anche rendere credibile uno scontro tra un essere umano e il supereroe più veloce del mondo, dovevamo trovare un modo per permettere a Zagor di colpire Flash.

E devo dire che ci siete riusciti molto bene.
MU:
Penso che prima immaginare un fumetto del genere era impossibile, ora è la dimostrazione che si può fare. Ed è la cosa più bella che fanno le storie.

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Masi, Uzzeo, Gianfelice, Matera, Sapongi; Flash/Zagor - La Scure e il Fulmine; Sergio Bonelli Editore; 160 pagine, 24 euro - Sergio Bonelli Editore

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