Chi era Enzo Paroli, l’antifascista che salvò il giornalista di Mussolini
LifestyleLa nuova puntata di "Incipit" è dedicata a "Giocatori d'azzardo", un saggio di Virman Cusenza che racconta il gesto eroico compiuto dall'avvocato socialista nei confronti di Telesio Interlandi
La storia è questa: nel novembre 1945, a pochi mesi dalla fine della seconda guerra mondiale, un avvocato antifascista di nome Enzo Paroli incontra nel carcere di Canton Mombello, a Brescia, Telesio Interlandi, "il direttore preferito da Mussolini" nonché l'autore di alcuni delle più violente campagne antisemite durante il regime fascista. Paroli non ha nulla in comune con Interlandi. Eppure non solo deciderà di difenderlo, ma - approfittando della rocambolesca scarcerazione del giornalista - correrà anche il rischio di nascondere lui e la sua famiglia nello scantinato della sua villa per oltre otto mesi.
È da questa vicenda che muove Virman Cusenza in "Giocatori d'azzardo", un saggio da poco arrivato in libreria nella collana delle Scie Mondadori per provare a rispondere a questa domanda: come mai "un coraggioso avvocato che nasce da un padre tra i fondatori del Partito socialista e di cui condivide la fede antifascista fino ad andare in galera al suo posto decide di assumere la difesa di un noto direttore che ha orchestrato la propaganda antisemita del regime e con i suoi giornali ne è stata la falange più avanzata"?
Il racconto di Cusenza fa leva su una non trascurabile mole di documenti rimasti finora inediti o inesplorati e ha il grande merito di non cadere mai nella tentazione di colmare i vuoti e i silenzi di questa storia e delle sue rimozioni.
"Anche durante gli otto mesi e mezzo di quell'ospitalità eccezionale, i mondi di Paroli e Interlandi resteranno separati e distanti", spiega l'autore durante 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24. "Interlandi rimarrà convinto delle sue azioni e non riconoscerà i propri errori, almeno pubblicamente. Allo stesso modo, Paroli rivendicherà quel salvataggio ma senza mai sbandierarlo, contribuendo così peraltro alla sua grandezza morale e intuendo prima di molti altri l'importanza di proiettare un gesto di fraternità nel futuro di un Paese che andava integralmente costruito".