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Gamberale: “La scrittura è come l’innamoramento, bisogna dar voce alle contraddizioni”

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Filippo Maria Battaglia

Foto di Elettra Mallaby

Una delle più amate autrici italiane torna in libreria con "Grembo paterno", un romanzo pubblicato da Feltrinelli con protagonista Adele e il suo rapporto con due uomini. E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice: "Quando consegni alla pagina delle domande rischi di trovare delle risposte ma soprattutto rischi che quelle domande smettano di essere solo tue"

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Il libro di questa settimana si chiama "Grembo paterno", l'ha scritto Chiara Gamberale e per parlarne si può partire da un'espressione ("che umidità!") che fa capolino più di una volta nel romanzo. “Mi sentivo come quando sta per piovere ma non piove e tutto si appiccica, le ascelle e i capelli e i vestiti”, dice Adele, la sua protagonista, nelle prime pagine. "Grembo paterno" ruota attorno a lei, o meglio attorno al suo rapporto con due uomini: Rocco, il padre, che ha sfidato e sconfitto la miseria grazie a intuito e determinazione; e Nicola, il pediatra di quella figlia che Adele ha avuto da sola grazie a una inseminazione artificiale in Spagna.

I "Senza niente"

"Adele è una persona che fa fatica a stare nelle cose - racconta Chiara Gamberale nella nuova puntata di "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24. - Il soprannome della sua famiglia è 'Senza niente', un soprannome che le resta attaccato addosso nonostante il padre abbia sfidato un destino poverissimo conquistando il benessere. Anche lei porta questo suo essere 'senza niente' con sé, e del resto nessuno dei personaggi di questo romanzo sembra riuscire a tenere stretto ciò che ha, che sia un amore o una condizione di ricchezza. Ecco: l'umidità di cui parla Adele è  proprio questa incapacità di stare nelle cose, di non riuscire a muoversi con disinvoltura. È una sensazione che io conosco e a cui oggi grazie a questo personaggio ho dato un nome".

 

I dubbi, la scrittura e l'innamoramento

In questa intervista Gamberale parla poi dell'importanza del non detto e di come si conciliano i dubbi e le domande in un romanzo, che per definizione è innanzitutto racconto e intrattenimento. "Quando mi si chiede 'ma ci pensi mai al lettore?', io rispondo sempre che no, non ci penso. Con la scrittura credo che accada un po’ la stessa cosa che succede nell’innamoramento: se ti concentri troppo sugli altri, e se ti chiedi 'oddio ma gli piacerò' oppure se pensi 'adesso dico questa cosa', non andrà mai  bene. Nel momento in cui invece dai sinceramente voce alle tue contraddizioni e consegni alla pagina delle domande, rischi di trovare delle risposte ma soprattutto rischi che quelle domande smettano di essere solo tue".

 

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