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De Giovanni: “Galeano? Uno scrittore 'cardiaco' in grado ancora oggi di commuovere”

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Filippo Maria Battaglia

A cinquant'anni esatti dalla prima edizione, Sur riporta in libreria "Le vene aperte dell'America Latina" del grande narratore uruguaiano. A raccontarlo nell'ultima puntata di "Incipit", la nostra rubrica di libri, è uno degli autori italiani più amati e apprezzati

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“Un'opera gigantesca: per l’idea centrale che lo anima, per la sua visionarietà e anche per il momento in cui venne concepita e scritta”. Così lo scrittore Maurizio de Giovanni descrive "Le vene aperte dell'America Latina" di Eduardo Galeano che, a cinquant'anni esatti dalla prima edizione, torna in libreria per i tipi di Sur e le cure di Andrea Staid.

"Con questo libro Galeano intinge la penna nel cuore e non potrebbe fare diversamente", dice de Giovanni durante l'ultima puntata di 'Incipit', la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri. "'Le vene aperte dell’America Latina' racconta infatti lo sfruttamento stabile, volontario e tremendo di un continente intero dal '500 fino ad oggi. E, per farlo, non può che usare una scrittura emozionata e commossa, lontana dalla tipica freddezza con cui si scrivono di solito i saggi". 

Lo scrittore Eduardo Galeano

Il Sud America, i nonni e la ritmica del sangue

Questa cifra stilistica, osserva de Giovanni, accomuna Galeano a molti grandi autori del Novecento: "Ciò che rende la scrittura latinoamericana il fenomeno letterario più importante del secolo scorso  - dice l'inventore dei 'Bastardi di Pizzofalcone' - è un modo di raccontare originalissimo, molto simile alla narrativa di un nonno che racconta le storie ai suoi nipoti. In questo senso, la narrativa di Galeano è la stessa di Gabriel García Márquez e di Isabel Allende, di Mario Vargas Llosa e di Jorge Luis Borges, e in generale di tutte le grandi voci latinoamericane diventate immortali grazie una scrittura cardiaca, in grado di replicare il ritmo del sangue che scorre nelle vene".

 

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