L'attrice e scrittrice firma insieme a Gabriele Vacis "Intelletto d'amore" (Solferino), un divertissement di grande levità dedicato al rapporto del grande poeta con le donne. E a "Incipit", la rubrica di Sky TG24 dedicata i libri, dice: "In Dante c’è continuamente questo senso dell’opportunità, di qualcosa che sta per accadere e che coincide con una condivisione assoluta di esperienza, di gioia, d’amore"
Una danza, oltre che una musica: Dante Alighieri può essere raccontato anche così, e così in effetti hanno deciso di raccontarlo Lella Costa e Gabriele Vacis in "Intelletto d'amore" (Solferino), poco più di cento pagine incentrate sul rapporto del poeta con le donne e in grado di mescolare con grande levità storia, esegesi, ricordi ed esperienze quotidiane.
"Con Dante, come solo con i grandi classici del resto, accade questo: la possibilità per ognuno di noi di trovare una propria ragione, una propria identificazione e immedesimazione", dice Lella Costa nella nuova puntata di "Incipit", la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri (qui tutte le interviste).
"Quei versi e il senso di un'opportunità"
"Per rendersene conto - racconta l'attrice e scrittrice - basta evocare i versi di "Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io", e subito avvertire una sensazione che abbiam vissuto tutti: questo senso di libertà, 'è finita la scuola', si può partire, si va al mare, 'andiamo solo noi che siamo amici amici amici' e ci godiamo questo momento. Ecco, in Dante, c’è proprio continuamente questo senso dell’opportunità, di qualcosa che sta per accadere, questa condivisione assoluta di esperienza, di gioia, d’amore. Ed è questo che lo rende ancora oggi così palpitante, indicandoci un percorso grazie a una parola che non è solo cantata, è danzata. Dante è una danza, oltre che una musica: per questo - conclude Lella Costa - bisognerebbe anche ballarlo".