Petrocchi: “Lo Strega? Più che un premio, una polveriera”
LifestyleL'8 luglio, al Ninfeo di Villa Giulia di Roma, verrà eletto il vincitore del riconoscimento letterario più importante in Italia. Durante "Incipit", la nostra rubrica di libri, il direttore della Fondazione Bellonci racconta trascorsi e polemiche di una delle competizioni più ambite e discusse del nostro Paese
Le prime riunioni nel salotto di casa Bellonci, la giuria "vasta e democratica", il debutto con la vittoria di Ennio Flaiano. E ancora la gestione ventennale di Anna Maria Rimoaldi, ma soprattutto le polemiche: così tante da ribattezzare il premio Strega una "polveriera". A raccontare il più importante (e discusso) riconoscimento letterario italiano è Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci che ogni hanno ne organizza e governa le sorti.
"Sin dal suo avvio - dice nella nuova puntata di "Incipit", la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri - lo Strega è stato un premio molto ambito. Inevitabile che sia stato accompagnato da contestazioni e querelle, anche per la sua particolarissima struttura. Nei mesi in cui si svolge, infatti, gli 'amici della domenica' (e cioè le persone che fanno parte della giuria e che oggi chiameremmo 'opinion leader') fanno il tifo per l’uno o per l’altro candidato, esprimono pareri autorevoli sull’annata letteraria attraverso i libri in concorso, alimentando quella messe di polemiche che finisce poi inevitabilmente col puntare un cono di luce sui titoli in gara, dando così loro molta visibilità".
"Il canone letterario? È affidato al tempo"
Nell'intervista, Petrocchi ripercorre la contestazione mossa in pieno '68 da Pasolini ("minacciò di ritirarsi dal premio, lamentando che la giuria fosse ormai dominata da logiche editoriali"), parla dei cinque finalisti che si contenderanno la vittoria il prossimo 8 luglio al Ninfeo di Villa Giulia a Roma, ricorda il trionfo di molte prime lame della letteratura e della narrativa nostrana, ma racconta anche ciò che, secondo lui, il premio non deve fare: "Intorno alla fine degli anni Novanta, c'è stata una stagione in cui alcuni riconoscimenti potevano essere considerati più alla carriera che non al libro. Ecco, direi che questo è un rischio tendenzialmente da evitare per un premio letterario. Lo Strega si rivolge innanzitutto a un pubblico, per questo serve individuare il libro che abbia una sua forza propositiva, anche di novità".
È questa, per Petrocchi, la missione principale del premio. "Lo diceva spesso Tullio De Mauro, per anni presidente della fondazione Bellonci: quello del canone è un lavoro affidato al tempo, e dunque ai lettori di domani. Non spetta a noi oggi indicare chi saranno gli autori che verranno letti nei prossimi anni. Ciò che dobbiamo provare a fare è segnalare letture di alta qualità letteraria".