Penss e le Pieghe del Mondo, il fumetto di Jérémie Moreau sul rapporto tra uomo e natura

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Gabriele Lippi

L'autore francese di La Saga di Grimr torna con un'opera in cui esplora la preistoria trattando il tema del confronto tra l'essere umano e il suo habitat. Una storia antica ma anche estremamente attuale

All’alba dei suoi tempi, l’uomo era un predatore. Consumava la natura senza preoccuparsi di accudirla, uccideva senza creare. La storia di Penss e le Pieghe del Mondo, graphic novel di Jérémie Moreau in uscita in Italia il 13 maggio (Tunué, 232 pagine, 27 euro), comincia così. C’è un ragazzo, quello che dà il nome alla storia, che non vuole saperne di andare a caccia e ama passare il suo tempo a contemplare la bellezza della natura che solo i suoi occhi sembrano vedere. Un emarginato, un reietto, che solo a seguito di un evento estremamente traumatico troverà la sua strada contribuendo a scrivere la storia dell’umanità.

Penss
Tunué

La prima grande rivoluzione dell'uomo

I disegni bellissimi di Moreau ci trascinano in un mondo incontaminato ma già alle prese con un uomo che non sembra preoccuparsi troppo della sua salvaguardia, mentre gli occhi incantati di Penss sognano una vita diversa in cui natura e umanità possano non solo convivere ma addirittura diventare alleati. Questo giovane ragazzo che ha perso la sua tribù e ne trova un’altra, riesce a vincere le resistenze della comunità e dare il via alla rivoluzione che trasformerà l’uomo da semplice cacciatore ad agricoltore, non più succube dell’incedere e alternarsi delle stagioni ma finalmente fautore del suo destino, non più consumatore ma produttore di ricchezza e biodiversità.

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Una storia antica ma attuale

È una storia ambientata milioni di anni fa eppure estremamente vicina a noi. Lo sguardo di Penss sembra così simile a quello dei giovani dei Fridays for Future, che supplicano e si battono per un mondo migliore. Ma Moreau non si limita a raccontare un eroe dell’ecologismo, dipinge piuttosto un personaggio estremamente complesso, pieno di dubbi e contraddizioni, ancora profondamente immaturo e spaventato, incapace di approcciarsi in maniera adulta a una relazione sentimentale scoperta all’improvviso e a una paternità che non aveva programmato. Un personaggio in costante evoluzione, così come quelli che li ruotano attorno, così come l’intera umanità.

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Un racconto allegorico senza facili nostalgismi

L’abilità di Moreau, già apprezzatissimo autore di La saga di Grimr, è quella di costruire un racconto allegorico pieno di rimandi al nostro presente ambientandolo nel passato senza cadere nel luogo comune dell’età dell’oro e della nostalgia fine a sé stessa. Piuttosto Moreau sembra volerci dire che il futuro del pianeta e della nostra esistenza è sempre stato ed è ancora nelle nostre mani e negli occhi visionari di giovani capaci di vedere al di là dell’abitudine. Una storia che si presta certamente a più livelli di lettura e che dona tavole di assoluta bellezza.

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