Woodstock 1969-2020: i 51 anni del festival simbolo del Novecento

Spettacolo

Fabio Pisanu

Carlos Santana (a destra) con il bassista della band David Brown sul palco (Getty Images)

Il 15 agosto del 1969, nella cittadina di Bethel, prendeva il via quello che sarebbe diventato uno degli eventi artistici chiave del ventesimo secolo. Parteciparono circa un milione di persone, sul palco star come Joan Baez e Jimi Hendrix

Non è stato né il primo festival di quella favolosa stagione musicale che furono gli anni Sessanta, né - forse - quello con la migliore lineup. Ma di sicuro è stato l'evento più iconico, in grado ancora oggi di definire un'intera epoca semplicemente attraverso il suo nome, un po' come accade quando si dice Apollo 11 e si ripensa agli anni della corsa alla Luna. Il Festival di Woodstock cominciò 51 anni fa, il 15 agosto 1969.

Festival di Woodstock: la storia

Il nome ufficiale dell'evento, riletto oggi, fa sicuramente un po' sorridere. Anche perché l'"Aquarian Exposition - Woodstock Music & Art Fair" (letteralmente "La fiera della musica e delle arti di Woodstock") nelle intenzioni degli organizzatori avrebbe dovuto essere un grande evento "di provincia", al quale erano attese 50mila persone. Alla fine ne accolse almeno 500mila, secondo alcune stime addirittura un milione, diventando una pietra miliare della storia della musica ed entrando anche nella Storia con la s maiuscola. Messo in piedi all'inizio del 1969 dal giovane promoter Michael Lang assieme ad Artie Kornfeld (Capitol Records) e ai finanziatori Joel Rosenman e John P. Roberts, il festival si sarebbe dovuto tenere a Walkill, nello stato di New York, prima che una stretta sulle autorizzazioni e le rigide norme sanitarie imponessero il "trasloco". Il 15 luglio 1969, a un mese dal via, fu ufficializzata la nuova location (Bethel, sempre a NY) dopo un accordo economico da circa 100mila dollari con Max Yasgur, un allevatore di mezza età che concesse le sue terre, e alcuni suoi vicini. A un paio di giorni dal via, i presenti in loco erano già oltre 150mila e l'afflusso non accennava a diminuire, creando immensi ingorghi e - a un certo punto - rendendo l'accesso all'area praticamente impossibile. Botteghini, transenne e altre infrastrutture non erano pronte e si decise, così, di rendere l'ingresso gratuito. 

Gli artisti sul palco

Decisivi per lo strepitoso successo di Woodstock furono la promozione (eseguita su stampa e radio a livello nazionale e non solo locale) e il passaparola legato agli artisti ingaggiati. Si scelse di "bloccare" subito alcuni grandi nomi, accettando le loro richieste economiche e, talvolta, rilanciando pesantemente per convincerli. Furono così scritturati per primi i Creedence Clearwater Revival e il loro ok aiutò sia ad attrarre pubblico che nuovi artisti di fama. Fra loro impossibile non citare Joan Baez (che chiuse il programma della prima giornata), Canned Heat, The Who, Janis Joplin, Sly & The Family Stone, Grateful Dead, Jefferson Airplane, The Band e - naturalmente - Jimi Hendrix. La sua incendiaria performance di chiusura al quarto giorno (sui tre previsti dal programma originiario) resterà per sempre scolpita nella mente dei presenti e degli appassionati. Ma Woodstock, a livello musicale, fu anche uno straordinario trampolino di lancio per artisti emergenti, fra cui Crosby, Stills, Nash & Young, i Santana e Joe Cocker, all'epoca semisconosciuto negli Stati Uniti.

Woodstock 1969: chi non c'era

Altrettanto nutrita, fra leggenda e realtà, sembra essere la lista degli "assenti". Quegli artisti cioè che rifiutarono o non poterono partecipare all'evento. Fra questi anche alcuni big che, per loro fortuna, non avevano bisogno di Woodstock per scrivere il proprio nome nella hall of fame della musica del Novecento. I Beatles (in via di scioglimento ma tecnicamente ancora attivi), vennero fermati dai problemi di John Lennon con l'immigrazione Usa e, pare, dalla richiesta di includere nel "pacchetto" la Plastic Ono Band. Ma la stessa sorte toccò ai Rolling Stones (provati dalla scomparsa di Brian Jones ai primi di luglio), ai Doors, tagliati fuori dal crescente disagio di Jim Morrison per questo genere di esibizioni, a Bob Dylan e ai Led Zeppelin, che non vollero essere "una band fra le tante in scaletta". Rifiutò anche uno dei primi artisti che era venuto in mente a Lang, Johnny Cash.  

Woodstock nella cultura popolare

Oltre all'aspetto strettamente musicale e alla serie di "inconvenienti" descritti (che paradossalmente ebbero solo l'effetto di rendere il tutto più memorabile), l'importanza epocale di Woodstock è legata anche al particolare momento storico in cui si svolse. All'indomani della "Summer of love" del '67, negli Stati Uniti le questioni all'ordine del giorno erano le lotte per i diritti civili e l'opposizione alla guerra in Vietnam. Il tutto mentre il movimento controculturale toccava il proprio apice e temi come la liberazione sessuale o la sperimentazione di sostanze stupefacenti uscivano dalla nicchia per mostrarsi al mondo e venire finalmente discussi. A differenza di quanto spesso si pensa, nonostante l'iper affollamento, la pioggia e il fango, a Woodstock filò quasi tutto liscio. Si registrarono solo due decessi (un'overdose e un investimento) e il clima generale tenne decisamente fede a quello che era il claim ufficiale dell'evento: "Tre giorni di pace e musica".

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