Da "Le mille bolle blu" ad "Arriverà": 20 canzoni di successo che non hanno vinto Sanremo

Spettacolo

Nella storia della musica italiana, sono tantissimi i brani che hanno avuto un esito straordinario pur non essendo stati premiati nella kermesse. Mina, Battisti, Mia Martini, ma anche Zucchero e i Modà con Emma: ecco una carrellata di big famosi sconfitti al Festival

Sconfitti a Sanremo ma premiati dalle classifiche, dalle vendite e dal successo post Festival (TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE SULL'EDIZIONE DEL 2020 - TUTTI GLI SCANDALI A SANREMO). È successo tante volte nella storia della musica italiana: brani divenuti leggendari ma in un primo momento poco apprezzati durante la kermesse. Mina, Adriano Celentano, Lucio Battisti, ma anche Mia Martini, Vasco Rossi e tanti altri big non sono riusciti ad imporsi all’Ariston con brani che poi hanno poi spopolato e sono rimasti nella Storia della musica italiana: ecco le 20 canzoni più famose che non hanno vinto. (I CANTANTI QUEST'ANNO IN GARA - I DUETTI - LA POLEMICA SU JUNIOR CALLY)

"Le mille bolle blu", Mina, 1961

Era uno dei brani favoriti alla vittoria finale ma arrivò soltanto sesto. “Le mille bolle blu”, di Mina e Jenny Luna, avrà la sua rivincita nei mesi e negli anni successivi diventando un vero tormentone famoso e riconoscibile tutt’oggi, quasi 60 anni dopo. In quell’edizione del Festival di Sanremo il primo posto andò a Betty Curtis e Luciano Tajoli con “Al di là”. Quella fu la prima e unica apparizione della Tigre di Cremona alla kermesse sanremese. In quella stessa edizione, si piazzò solo seconda un'altra canzone destinata a diventare un classico: "24mila baci" di Celentano e Little Tony. Sarà proprio Little Tony uno dei protagonisti nel 1967 quando la sua "Cuore matto" arriverà solo decima ma avrà un successo di pubblico straordinario.

"Quando, quando, quando", Tony Renis, 1962

L’anno successivo, nel 1962, ecco un altro brano che ha fatto la storia della musica italiana ma che non riuscì a vincere il Festival di Sanremo. “Quando, quando, quando”, scritto da Alberto Testa e Tony Renis, cantato da quest’ultimo con Emilio Pericoli, arrivò soltanto quarto ma vendette milioni di dischi diventando un successo internazionale (a vincere furono Claudio Villa e Domenico Modugno con “Addio…addio”). Negli anni successivi, questa canzone è stata riadattata da grandi artisti come i Ricchi e Poveri o, più recentemente, Fergie e Michael Bouble. Utilizzata anche come colonna sonora di diversi film, “Quando, quando, quando” ha anche una versione in inglese.

"Il ragazzo della via Gluck", Adriano Celentano, 1966

“Questa è la storia di uno di noi”. Tutti gli appassionati (e non) di musica italiana saprebbero continuare, canticchiando, la frase d’inizio di questa famosissima canzone. Si tratta de “Il ragazzo della Via Gluck”, di Adriano Celentano e presentata al Festival di Sanremo del 1966. Un testo autobiografico che racconta la storia di un ragazzo di campagna costretto a trasferirsi in città. Il “molleggiato” fu presto eliminato dal concorso, vinto poi da Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti  con “Dio, come ti amo”. In seguito, però, la canzone fu apprezzata tanto da restare in vetta alle classifiche fino al 1967. In quella stessa edizione, si ricorda anche un altro tormentone della seconda metà degli anni ’60, ovvero “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli.

Un’avventura, Lucio Battisti, 1969

Scritto e composto da Lucio Battisti e Mogol, il brano “Un’avventura” fu la canzone con cui Lucio Battisti esordì al Festival di Sanremo nel 1969. Un clamoroso nono posto che rappresentò anche la sua ultima apparizione al concorso (a vincere furono Bobby Solo e Iva Zanicchi con “Zingara”). Nonostante la delusione, “Un’avventura” - che parla di due ragazzi innamorati che scoprono come la loro storia d’amore estiva non sarà un sentimento passeggero, ma la storia della vita -, divenne in seguito uno dei brani più rappresentativi di Lucio Battisti.

Piazza Grande, Lucio Dalla, 1972

Incisa nel 1972 e composta da Gianfranco Baldazzi, Sergio Bardotti, Rosalino Cellamare e da Lucio Dalla, “Piazza Grande” venne presentata per la prima volta al Festival di Sanremo proprio dallo stesso Dalla. Il cantautore bolognese arrivò ottavo nell’edizione che vide il successo di Nicola Di Bari con “I giorni dell'arcobaleno”. Nonostante questa delusione all'Ariston, “Piazza Grande” sarà in seguito uno dei brani più amati dai fan di Lucio Dalla, diventando una delle canzoni che maggiormente caratterizzarono il suo vastissimo repertorio. Anche l'anno prima, nel 1971, Dalla portò (insieme all'Equipe 84) un altro brano leggendario, "4 marzo 1943" ma finì soltanto al terzo posto, piazzandosi nel podio dietro a "Che sarà" dei Ricchi e Poveri con José Feliciano (altra hit non vincente all'Ariston).

Gianna, Rino Gaetano, 1978

Altro pezzo storico che però non vinse il Festival di Sanremo è “Gianna” di Rino Gaetano del 1978. Esordiente al concorso musicale, il cantautore di origini calabresi arrivò terzo alle spalle dei Matia Bazar con “E dirsi ciao” e all’altra grande debuttante Anna Oxa, che terminò al secondo posto con “Un’emozione da poco”, un brano che – proprio come “Gianna” – si sarebbe poi rivelato un successo straordinario.

Maledetta primavera, Loretta Goggi, 1981

Un’altra edizione di Sanremo che vide la sconfitta di ben due brani rimasti nella storia della musica italiana è quella del 1981. Quello è infatti l’anno in cui Loretta Goggi, con “Maledetta primavera” arrivò seconda alle spalle di Alice che cantava “Per Elisa”. Un brano, quello della cantante romana, che fu tra i più venduti del 1981 riscuotendo anche un notevole successo a livello internazionale. Forse ancor più clamoroso fu invece il quinto posto dei Ricchi e Poveri con “Sarà perché ti amo” divenne il singolo in italiano più venduto dell'anno in Italia, dove rimase in cima alle classifiche settimanali per nove settimane. Il brano ebbe un tale successo planetario che ne vennero scritte anche le versioni in inglese e in spagnolo. Tutt’oggi è una delle canzoni italiane più conosciute, cantate, reinterpretate e ballate al mondo.

Felicità, Albano e Romina, 1982

A proposito di successo planetario, ecco “Felicità” di Albano Carrisi e Romina Power. Uno dei brani più famosi della coppia che però non riuscì a vincere il Festival di Sanremo del 1982 arrivando al secondo posto alle spalle di Riccardo Fogli che cantava “Storie di tutti i giorni”. Pubblicato nello stesso anno, il disco fu venduto con un record di 25 milioni di copie in tutto il mondo. Quell'anno ci fu anche l'esordio di Vasco Rossi al Festival di Sanremo con "Vado al Massimo", grandissimo successo della rockstar che però non fu particolarmente apprezzato all'Ariston. Nella stessa edizione non ebbe molta fortuna nemmeno "E non finisce mica il cielo" di Mia Martini, che poi diventò uno dei pezzi cult della cantante.

"L’Italiano", Toto Cutugno, 1983

Anche quella del 1983 è ricordata tutt’oggi come un’edizione in cui la canzone vincitrice, "Sarà quel che sarà", di Tiziana Rivale, ebbe meno successo rispetto ad altri brani che non si piazzarono neppure sul podio. Quell’anno, infatti, Toto Cutugno con la sua leggendaria “L’italiano” - che successivamente diventerà un vero e proprio inno all’italianità conosciuto in tutto il mondo - arrivò quinto. I Matia Bazar si piazzarono quarti con "Vacanze Romane". Addirittura 25mo Vasco Rossi con la sua “Vita spericolata”, una delle sue canzoni più famose. Storico il gesto del cantante emiliano che lasciò il palco mentre il suo brano era ancora in esecuzione, rivelando così al pubblico presente all'Ariston e ai telespettatori che gli artisti si stavano esibendo in playback.

"Donne", Zucchero 1985

Nell’edizione del 1985, che vide la vittoria dei Ricchi e Poveri con “Se m’innamoro”, si ricorda anche un penultimo posto di Zucchero con “Donne”. Uno dei suoi brani più celebri che fu riscritto successivamente in spagnolo prendendo il titolo di “Chicas”.

"Quello che le donne non dicono", Fiorella Mannoia, 1987

Scritta da Enrico Ruggeri e da Luigi Schiavone, “Quello che le donne non dicono” è tutt’oggi una delle canzoni più famose di Fiorella Mannoia. L’artista presentò il brano al Festival di Sanremo 1987, vinto dal trio Ruggeri, Morandi, Tozzi con “Si può dare di più”, arrivando all’ottavo posto ma vincendo il Premio della critica. Una canzone che rimase nella Hit parade per molte settimane e che in quella straordinaria edizione della kermesse si distinse insieme ad altre che si riveleranno successi importanti come “Nostalgia Canaglia” di Albano e Romina così come “Io amo” di Fausto Leali. Proprio Leali è stato sfortunato all'Ariston anche l'anno seguente, nel 1988, quandò portò "Mi manchi", altro tormentone che però si classificò solo quinto.

"Almeno tu nell’universo", Mia Martini 1989

Scritta nel 1972, la canzone “Almeno tu nell’universo” venne pubblicata molti anni a seguire e segnò il ritorno ai massimi livelli di Mia Martini dopo un lungo periodo. Al di là del nono posto (a vincere il Festival di Sanremo 1989 furono Anna Oxa e Fausto Leali con “Ti lascerò), L'interpretazione valse alla cantante calabrese il premio della critica ma anche un notevole successo di vendite.

"Signor tenente", Giorgio Faletti, 1994

Premio della critica ma secondo posto in classifica generale per “Signor tenente”, di Giorgio Faletti, all’edizione del Festival di Sanremo nel 1994. premiato con un disco di platino dopo il concorso sanremese, nella canzone è chiaro il richiamo alle stragi di mafia del 1992 a Capaci e in via D'Amelio a Palermo, nelle quali vennero uccisi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

"Con te partirò", Andrea Bocelli, 1995

Nell’edizione del Festival di Sanremo del 1995, vinta da Giorgia con “Come saprei”, si ricorda anche la straordinaria interpretazione di Andrea Bocelli con la canzone “Con te partirò”. Un brano che arrivò al quarto posto ma che fu un grande successo a livello internazionale, rendendo il cantante toscano celebre in tutto il mondo. Primo nelle classifiche in Germania, Svizzera, Austria, Francia ed Irlanda, ne fu pubblicata una versione in inglese dal titolo “Time to say goodbye” insieme al soprano Sarah Brightman. Successivamente, Bocelli canterà questo brano insieme a Celine Dion.

"La terra dei cachi", Elio e le storie tese, 1996

Secondo posto, premio della critica e tantissime polemiche per presunte irregolarità nel voto della serata finale. “La terra dei cachi” di Elio e le storie tese è uno dei brani più discussi e indimenticabili tra quelli che non hanno vinto il Festival di Sanremo. Quell’anno il primo posto andò a Ron e Tosca con “Vorrei incontrarti tra cent’anni”, ma il brano del gruppo milanese - che descrive con sarcasmo e ironia le abitudini, i vizi e le caratteristiche di un’Italia travolta da scandali su scandali - si rivelò un successo straordinario anche dopo la kermesse sanremese.

"Laura non c’è", Nek 1997

Uno dei tormentoni della seconda metà degli anni ’90 è sicuramente “Laura non c’è” di Nek. Un brano, primo per diverse settimane nelle classifiche italiane, che il cantante emiliano presentò a Sanremo nel 1997, vinto a sorpresa dai Jalisse con “Fiumi di parole”. Un’edizione che, oltre al settimo posto di Nek, si ricorda anche per l’ottava posizione di un’altra canzone che riscuoterà un grandissimo successo una volta terminato il Festival: “…E dimmi che non vuoi morire” di Patty Pravo.

"Salirò", Daniele Silvestri, 2002

Vinse il premio della critica ma arrivò soltanto 14esimo. Nel 2002, “Salirò” di Daniele Silvestri non arrivò neppure vicino al primo posto dei Matia Bazar (vincitori con “Messaggio d’amore), ma risultò un successo straordinario sia nelle classifiche di vendita sia all'Italian Music Awards dove si aggiudicò i premi come miglior singolo, miglior arrangiamento e miglior composizione musicale.

"Mentre tutto scorre", Negramaro, 2005

Nell’edizione vinta da Francesco Renga con il suo brano “Angelo”, la canzone “Mentre tutto scorre” dei Negramaro fu una delle prime ad essere eliminate. Nonostante ciò, vinse il "Premio della Sala Stampa Radio & TV" per poi ottenere il disco di platino grazie alle oltre 50mila copie vendute. Infine, oltre ad essere stato inserito nella colonna sonora del film "La febbre", vinse nel 2006 il Nastro d'argento come miglior canzone. Fu quella la canzone della definitiva conferma del gruppo che da lì in avanti dominerà le classifiche italiane.

"Arriverà", Modà & Emma Marrone, 2011

Battuti soltanto da “Chiamami ancora amore”, di uno straordinario Roberto Vecchioni, i Modà ed Emma Marrone hanno comunque lasciato il segno con la loro “Arriverà”. Dopo il Festival di Sanremo, il brano raggiunse rapidamente la prima posizione della Top Singoli per cinque settimane, per poi vincere il multiplatino grazie alle oltre 60mila vendite in digitale. Nella classifica di fine anno risultò essere il settimo brano più scaricato in Italia nel 2011.

"Una vita in vacanza", Lo Stato Sociale, 2018

Secondo posto anche per “Una vita in vacanza” del gruppo Lo Stato Sociale al Festival di Sanremo del 2018. Per loro - battuti da Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente” - il Premio della Sala Stampa "Lucio Dalla" e la prima posizione nelle classifiche italiane.

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