Tutti parlano di lui dopo l’opera esposta all’Art Basel di Miami: una banana attaccata con lo scotch al muro (poi mangiata da un altro artista) venduta a 120mila dollari. Ma, prima di diventare uno degli artisti più quotati al mondo, aveva fatto anche l’elettricista
"Irriverente". "Pazzo". "Geniale". "Un bluff". Provateci voi a etichettare Maurizio Cattelan, l’artista italiano più quotato al mondo (LE SUE OPERE: GALLERY). Tanto lui se ne frega delle etichette e da trent’anni continua a fare la cosa che gli riesce meglio: far parlare di sé. L’ha rifatto proprio in questi giorni. Una banana (vera) appiccicata con lo scotch su una parete dell’Art Basel di Miami, una delle più importanti mostre di arte contemporanea. Valore: 120mila dollari. Da moltiplicare tre volte. Sì, perché l’opera (che si chiama Comedian, “comico” in italiano) è la prima di una serie di tre. E anche la seconda banana (a proposito, la prima è poi stata mangiata) è stata venduta a un prezzo simile.
Le origini
Cattelan nasce il 21 settembre 1960 a Padova da una famiglia non proprio agiata. Si racconta - ovvio, perché tutto quello che lo riguarda è avvolto da una corteccia di mistero - che prima di diventare un artista abbia fatto il giardiniere, il commesso, l’elettricista e persino l’addetto in un obitorio (non necessariamente in quest’ordine). “Eravamo una famiglia non ricchissima - ha raccontato una volta - ai tempi il bagno non era in casa e mia mamma mi lavava una volta alla settimana con la stessa acqua che usava per lavare i panni. Però non ve la sto a menare che ero povero e triste, perché avevo tutto il necessario e non mi è mai mancato nulla”. La scuola, si capisce, non è mai stata il suo forte, al pari della disciplina o di qualsiasi tentativo di inquadrarlo. Bocciato a 12 anni, poi scuole serali e un tentativo (fallito) di iscriversi all’università. Quando nel 2004, ormai artista affermato, l’Università di Trento gli conferisce una laurea ad honorem in sociologia, quasi si schernisce: “Provo imbarazzo davanti a voi, sono stato un alunno terribile e la mia maestra si arrabbiava perché non avevo neanche la furbizia di copiare dagli studenti più bravi”.
L’ascesa
Falliti tutti i tentativi precedenti, Cattelan a un certo punto decide di dedicarsi all’arte, anche se, chi lo conosce in quegli anni, sostiene che non ne sapesse granché. A Forlì inizia a produrre le sue prime opere da autodidatta. Il coraggio, questo sì, a Cattelan non è mai mancato. Soprattutto il coraggio di stupire, fondamentale nell’arte contemporanea (LE OPERE PIU' CONTROVERSE: GALLERY). Nel 1989, non sapendo cosa esporre in occasione di una mostra alla Galleria Neon di Bologna, decide di chiudere la porta che avrebbe portato alla sua sezione e appiccicarci sopra un cartello con la scritta “Torno subito”. Nessuno può entrare e vedere la sua NON opera. Ma la curiosità dei visitatori fa il resto. Fa notizia, come si dice in questi casi. E trasforma quel “Torno subito” in arte. Maurizio Cattelan in un artista.
Il successo
Gli anni Novanta e Duemila consacrano Cattelan sulla scena mondiale. Opere come la “Nona Ora”, realizzata nel 1999 e raffigurante Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite, e “Him” (2001), con Hitler in ginocchio nell’atto di chiedere perdono, spaccano il mondo dell’arte. Polemiche, dibattiti, accuse. E soldi, una montagna di soldi. Com’è possibile ridere e irridere quando una tua opera viene battuta all’asta per milioni di dollari? È uno dei motivi che spingono Cattelan ad annunciare il ritiro nel 2011. Un anno dopo L.O.V.E., il dito medio in Piazza Affari a Milano.
Ma anche sulla notizia del suo ritiro, Cattelan riesce a dividere: sarà vero o un altro dei suoi bluff? Lui dice, non dice. A volte parla, spesso fa parlare Massimiliano Gioni, l’alter ego che rilascia interviste al posto suo. Sta di fatto che negli ultimi anni l’artista è tornato a fare quello che gli riesce meglio. Il wc d’oro in mostra al Guggheneim di New York è del 2016. La banana con lo scotch a Miami di questi giorni. E tutti a parlare di lui.