Gianni Brera a 100 anni dalla nascita: la sua vita a fumetti, tra amarcord e aneddoti
SpettacoloA cent'anni dalla nascita, Alessandro Colonna racconta in un fumetto ricco di aneddoti la vita del grande giornalista italiano
C’è la "Bassa". Con le sue “esse” così strette e sibillanti che solo chi è cresciuto con l’odore del Po nelle narici e nella bocca può pronunciare. C’è un mondo fatto di calcio e pugilato, ciclismo e corse d’automobili. C’è una velocità sorniona: il gusto per il vino da “bere senza affogare il cervello”, le mangiate in compagnia del club del giovedì con gli amici, il sottofondo di sigari e pipa. Immancabili. E poi c’è lui: Gianni Brera, l’inventore di un mondo e di un modo di raccontare le grandi passioni dell’uomo, a partire dallo sport.
Dallo sport all'amore per il Po
“Gianni Brera ha cent’anni” è un racconto appassionato della vita del grande giornalista italiano a un secolo dalla sua nascita. Una biografia a fumetti disegnata e scritta da Alessandro Colonna. Al suo fianco Andrea Dionigi a Andrea Maietti, “il professore”, biografo di Brera che intervistò soli tre giorni prima della morte in un incidente stradale. Era il dicembre del 1992. Proprio quel dialogo è la base di partenza per una narrazione a ritroso della vita di “Gioann”. Dal suo amore per il Po e le sue terre, fino agli studi milanesi, le giovanili in rossonero e i primi pezzi per la Gazzetta dello Sport di cui diventerà direttore a trent'anni: il più giovane nella storia della Rosea.
La carriera di Brera
“Già a 13 anni sapevo che sarei diventato uno scrittore, anzi un raccontista” dice Brera, primo forse fra gli “storyteller” italiani. E poi si continua sul binario parallelo della vita e della carriera, l’amicizia con “l’Airone” Coppi, il periodo delle cronache da oltreoceano della grande boxe americana. La cura delle pagine sportive del Giorno e poi la chiamata di Montanelli al Giornale. Pezzi di vita che Colonna sceglie di raccontare con uno stile asciutto e pastoso nel tratto e nel bianco e nero, lasciandosi andare solo quando trasforma Brera in un generale napoleonico per ricordare la famosa “battaglia” sui tecnicismi nel racconto sportivo con Gino Palumbo, direttore della Gazzetta fra gli anni ’70 e i primi ’80.
Aneddoti, amarcord, nostalgia
Il libro è arricchito dai contributi di diversi giornalisti sportivi tra cui Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi oltre a un intervento di Claudio Rinaldi, direttore della Gazzetta di Parma e curatore della voce “Gianni Brera” per la Treccani. In coda al volume ci sono poi tre brevi fumetti ispirati ad altrettanti sportivi lodigiani, amati da Brera. Un bel fumetto fra anedotti, amarcord e nostalgia anche degli anni d’oro del giornalismo. Perché oggi più che mai, come scrisse Gianni Mura tanti anni fa, noi siamo “i Senzabrera”.