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Governo Draghi: da Irpef a lavoro, come potrebbe cambiare il fisco

Economia

Silvia Monsagrati

Revisione complessiva del fisco, progressività, semplificazione, lotta all'evasione: sono i cardini della riforma fiscale annunciata dal primo ministro Draghi, che sarà affidata a una commissione di esperti. Dall'Irpef alle tasse sul lavoro, come potrebbe cambiare il nostro fisco

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Fisco, i cardini della riforma Draghi

 

Quella del Fisco è una delle riforme in grado di cambiare il paese, e allo stesso tempo una delle più complicate. Nell'annunciarla il premier Draghi ha messo alcuni punti fermi: serve una riforma complessiva che riequilibri tutto il sistema (niente interventi spot su una o l'altra tassa). Il cardine sarà  la riforma dell'Irpef: l'imposta sul reddito andrà semplificata mantenendo la progressività (niente flat tax, dunque) per arrivare a far pagare di meno ai contribuenti.

 

La lotta all'evasione

 

Inoltre, come per ogni nuovo governo, c'è l'impegno a intensificare la lotta all'evasione (un fenomeno che nonostante decenni di annunci sottrae ancora al paese 100 miliardi l'anno). Il dossier sarà messo in mano a una apposita commissione. Un lavoro simile, per altro,  è già stato avviato dalle commissioni finanze di camera e senato che hanno coinvolto una serie di esperti a partire dal direttore dell'Agenzia delle Entrate Ruffini.

 

 

Fisco, le riforme che ci chiede l'Europa

 

Per capire in che direzione potrebbe muoversi Draghi un punto di partenza sono le indicazioni dell'Europa che da tempo ci suggerisce di spostare il carico fiscale dal lavoro (le buste paga dei nostri  dipendenti sono tra le più tassate dell'area ocse) ai consumi. In sostanza: tassare più in base a quanto si spende che a quanto si guadagna. 

Altro punto allo studio da anni la revisione della giungla di sconti fiscali che oggi valgono circa 40 miliardi all'anno di mancato gettito. 

Le tasse sulla casa

 

Ma anche il fisco sulla casa potrebbe essere rivisto. Tra le raccomandazioni di Bruxelles per il nostro paese ad esempio c'è la reintroduzione della tassa sulla prima casa per i redditi più elevati, così come la riforma del catasto. Tutti dossier politicamente indigesti, perché intervenire su questi fronti scontenta sempre qualche categoria. Ecco perché da anni queste riforme restano nel cassetto. Chissà se riuscirà a Draghi quello che finora non è riuscito ai suoi predecessori