La misura ideata per combattere l'overtourism e convincere i proprietari a non offrire gli appartamenti su Airbnb. Il mancato introito dell’imposta non più versata per il Comune sarebbe stimato in circa 200mila euro
Per affrontare la crisi abitativa che colpisce tante zone della Campania, e in particolare quelle del Golfo, svolta in vista da parte del Comune di Capri che, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, ha deliberato l’azzeramento dell’Imu per chi affitta un immobile a un parente o a un altro residente della celebre località turistica.
Mancato introito di circa 200mila euro
Come scrive il Corriere del Mezzogiorno, dal punto di vista economico, il mancato introito dell’imposta non più versata per il Comune sarebbe stimato in circa 200 mila euro. Invece dei soliti 6 milioni, nel 2026 il Comune caprese dovrebbe incassare circa 5 milioni e 800 mila euro. La scelta di alleggerire il carico derivante dall’Imu sulla cittadinanza non è, però, la sola misura predisposta dal Comune a vantaggio dei residenti, visto che nel 2025 i capresi hanno già potuto beneficiare di una riduzione della Tari (la tariffa per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti) tra il 20 e il 30%, a seconda del tipo di abitazione ma solo per l’edilizia residenziale.
Immobili rimessi in sesto e affittati a prezzi calmierati
Negli ultimi mesi, inoltre, il Comune ha fatto una ricognizione di tutti gli immobili pubblici, da sistemare e poi mettere in affitto a prezzi calmierati. Sempre per avere più case a disposizione, ha iniziato a proporre una sorta di subaffitto controllato: l’amministrazione cerca le case sul mercato e poi le affitta a sua volta agli abitanti, colmando però la differenza tra le richieste dei proprietari e quanto può permettersi una famiglia (basandosi sull’Isee, l’indicatore usato per stabilire la situazione economica delle famiglie). In questo modo il Comune offre garanzie ai proprietari che temono di non riavere la casa dopo la scadenza dell’affitto.