Frodi Superbonus, sequestrati 9,3 mld per finti crediti d'imposta. Cosa sta succedendo

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Il contatore dei sequestri di finti crediti d’imposta per lavori di ristrutturazione o riqualificazione energetica dei condomini - mai davvero realizzati - ha toccato quota 9,3 miliardi. Ad aggiornarlo costantemente è la Guardia di Finanza, che, in sinergia con l’Agenzia delle Entrate, interviene sistematicamente per bloccare l’utilizzo di questi crediti d’imposta il più delle volte inesistenti o frutto di finti sconti in fattura. Ecco tutti i dati

Quello che devi sapere

La fine del Superbonus

Prima di tutto, bisogna ricordare che, dopo le strette avvenute negli ultimi anni, il Superbonus non sarà prorogata nel 2026, salvi casi specifici legati, per esempio, alle aree terremotate. L’agevolazione fiscale era stata introdotta durante la pandemia da Covid-19 e ha consentito di detrarre fino al 110% gli interventi di efficientamento energetico "trainanti”. La misura ha fatto molto discutere ed è sempre stata aspramente criticata dalla premier Giorgia Meloni e dal suo esecutivo. Più volte il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato l'impatto negativo del Superbonus sui conti dello Stato italiano, con effetti che, comunque, perdureranno anche nel 2026. "Le casse dello Stato verseranno 40 miliardi per il Superbonus", ha spiegato Meloni. Si tratta di una cifra che supera per distacco il valore economico della Manovra 2026, che si aggira intorno ai 18,7 miliardi di euro.

 

Per approfondire:

SUPERBONUS: LO SPECIALE DI SKY TG24

Per finti crediti d’imposta sequestrati in tutto 9,3 miliardi di euro

Secondo quanto emerge dai dati della Guardia di Finanza, come scrive Il Sole 24 Ore, gli illeciti accertati sul Superbonus hanno riguardato, in massima parte, attività illecite tutte poste in essere prima della stretta normativa arrivata nel novembre 2021. Stretta con cui prima è stato definito il perimetro del numero delle cessioni e il profilo soggettivo dei cessionari, e, successivamente, è stata limitata la possibilità di accedere allo sconto in fattura o alla cessione del credito.

 

Da novembre 2021 a oggi, sottolinea il Comando generale della Guardia Finanza, “l’ammontare complessivo dei crediti inesistenti in materia edilizia ed energetica sottoposti a sequestro preventivo è pari a oltre 9,3 miliardi di euro”.

pubblicità

Lo schema delle frodi

Ma come funziona lo schema delle frodi? Il sistema ruota quasi sempre intorno a "società cartiere". Si tratta di società amministrate da prestanome o teste di legno in grado di emettere fatture per operazioni inesistenti da rigirare ad altri soggetti per dedurre costi fittizi, abbattere imponibili o maturare crediti d’imposta inesistenti. In questo ultimo caso, come quelli dei bonus edilizi, la società cartiera svolge il ruolo di intermediario non solo per “generare” crediti d’imposta inesistenti, ma soprattutto per cederli a terzi per poi sparire.

 

Esempi di frode, da Chieti a Imola

Un esempio? Quello di Chieti, dell’estate scorsa, con una frode scoperta dalla Gdf che ha fatto emergere crediti fittizi per 25 milioni di euro. In questo caso c’è stata la falsificazione della documentazione tecnica e fiscale relativa a lavori effettivamente eseguiti da altre società, grazie anche alla compiacenza di due professionisti. La società cartiera si è materialmente sostituta all’impresa esecutrice degli interventi, totalmente estranea alla frode. I crediti fittizi ottenuti sono stati successivamente ceduti, in parte, a soggetti terzi in buona fede.

 

Questo novembre, invece, è stato scoperto un altro sistema di fronde, nell’Imolese. I cantieri erano fermi, o attivi solo in parte, ma nel frattempo la truffa era in corso. Coinvolti nove condomini, otto a Imola e uno a Castel San Pietro. A far emergere tutto sono stati i militari della Guardia di finanza di Bologna, che hanno scoperto come una società incaricata di svolgere lavori di messa in sicurezza sismica o di riqualificazione energetica agevolati dalle norme, con il cosiddetto Superbonus 110%, per un totale di 21 milioni di euro, grazie alla compiacenza di alcuni professionisti, ha fittiziamente eseguito i lavori, creando falsi crediti fiscali per circa 9 milioni di euro.

 

pubblicità

Chi paga il conto

Ma c'è un altro problema legato alle frodi sui bonus edilizi: rischiano di travolgere anche i condomìni. In caso di cantieri non completati, irregolarità nelle asseverazioni e non corretta valutazione degli stati di avanzamento lavori, rischia infatti di innescarsi un effetto a catena che, in base alle norme attuali, travolgerà quei cittadini che, in buona fede, hanno dato via libera ai lavori.

 

Secondo quanto anticipa Il Sole 24 Ore, nel mirino dei controlli ci saranno in particolare i lavori non completati. Se i cantieri non vengono portati a termine, si perde il diritto alla detrazione: l'Agenzia delle Entrate, a quel punto, non può che rivalersi sui beneficiari dei lavori agevolati.

 

Per approfondire:

Manovra 2026, i bonus prorogati e quelli in scadenza che non saranno rinnovati

pubblicità